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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
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    31/10/2006

    In eccesso sì, a comando no

    Filed under: — JE6 @ 16:53

    Carlo Annese ha ripreso su Quasirete il post di questa mattina su Valentino Rossi e sui suoi cantori. Nell’introduzione, Carlo scrive: “Squonk se la prende con i cantori dell’eroe che si costernano in eccesso o a comanda. C’è chi ci chiamava pennivendoli, ma il concetto non è poi tanto diverso.” Ho pensato di non essermi spiegato bene, così ho lasciato da quelle parti un commento che, ottimizzando tempi e sforzi, riporto pari pari qui sotto. Adesso, spero di essermi fatto capire.
    Carlo, permettimi un chiarimento che ritengo importante – per quanto possa essere considerata importante la materia. Non ho parlato di costernazione a comando. In eccesso sì, a comando no. Ci tengo, perchè – da normalissimo lettore e telespettatore – almeno nel caso specifico non ho alcun sospetto sulla “moralità” delle persone che ho citato, mentre tu invece scrivi “C’è chi ci chiamava pennivendoli, ma il concetto non è poi tanto diverso.”
    Per dire, a me Meda e Reggiani piacciono molto, mi fanno ridere quando cialtroneggiano, non esagerano in tecnicismi, si rivolgono alla grande e molto particolare famiglia dei bikers senza però escludere quelli che le moto le vedono soltanto in televisione. Le gare della 125 e della 250 me le godo proprio.
    Sono invece infastidito dal culto della personalità, che ha trovato in Rossi un oggetto/soggetto a volte consenziente e a volte indifferente. Il culto della personalità che poi porta qualcuno a commentare (completamente fuori luogo, come tu hai fatto notare) “Rossi è meglio di Biaggi anche se ha perso, lui è un eroe è l’altro è un mediocre, cicca cicca”. Tutto qui, solo una questione di senso della misura, che renderebbe tutto e tutti più umani, più gradevoli, più “vicini” – anche quel presunto automa di Daniel Pedrosa. Ciao, e grazie.
    Quasirete

    Life on the street

    Filed under: — JE6 @ 13:55

    D’accordo, Life on the street era ambientato a Baltimora, ma non stiamo a sottilizzare. Il photoset di San Francisco, se avete tempo da perdere, lo trovate qui.
    Flickr

    Come Jessica Rabbit

    Filed under: — JE6 @ 11:19

    A me, Valentino Rossi non è mai stato simpatico. Una cosa di pelle, in primo luogo; e poi: è venuto dopo Biaggi, e a me Biaggi piaceva, e lui era più forte di Biaggi – insomma, ci siamo capiti.
    Leggendo questa intervista di Benedetto Ferrara all’ex campione del mondo, però, mi è apparso un Rossi diverso, un Rossi alla Jessica Rabbit: non sono così, ma mi disegnano così. Ho pensato che il problema non è Rossi, il problema sono i GuidiMeda, i LorisReggiani, i BenedettiFerrara che iniziano le interviste facendo i cantori dell’eroe [1], il problema siamo noi che diamo retta a questa gente che ha perso – se mai l’ha avuto – il senso della misura e rende insopportabile un grande campione nascondendolo dietro il fumo dell’incenso. Quando ho saputo che Rossi era caduto, ho sorriso: non per lui, che mi sembra davvero uno con il quale si potrebbe tranquillamente bere una birra [2] in un pub di Abingdon Road [3], ma pensando ai GuidiMeda, e alle loro improbabili costernazioni. Valentino, non è colpa tua, lo so.
    Repubblica.it

    [1] Per intenderci: “Ha occhi dolci e mani elettriche. L’angelo caduto in curva dice che la vita non è un fumetto, il destino non è di carta e allora può capitare che se ci sbatti contro rimbalzi e vai fuori, oltre quella pista che pensavi tua e solo tua per sempre”.
    [2] Non una Nastro Azzurro, però. Una London Pride, magari. Offro io, giuro.
    [3] Mi dicono che ha preso casa da quelle parti perchè lo conoscono in pochi e non gli rompono le scatole. Una via dove 50 metri quadri costano quasi mezzo milione di sterline. Magari la pinta me la offre lui.