Scherzi a parte, magari tra oggi e domenica succederà davvero qualcosa di importante, qualcosa che fra cinque, dieci o vent’anni potremo dire “sì, diamine, mi ricordo quando decisero di fare il Partito Democratico – ragazzi, che giorni!” (magari saremo un po’ meno enfatici, magari non diremo “diamine”, ma ci siamo capiti).
Lo spero, anche se il livello di entusiasmo che provo personalmente e che avverto in giro è piuttosto modesto; sarà che si uniranno due partiti che nella loro forma attuale sono relativamente giovani: se si fossero fusi PCI e DC, o PCI e PSI, quello sì sarebbe stato un giorno storico (come fondere Milan e Inter, Sixers e Celtics, Daimler e Chrysler – quest’ultima me la potevo risparmiare, lo so).
Sarà che l’interesse per la politica in generale è ancora alto, ma il disincanto nei suoi confronti lo è ancora – e molto – di più. Sarà che abbiamo da pagare il mutuo e la ricarica del telefono ai figli, sarà che dobbiamo pensare ai genitori che invecchiano e ai genitori che non ci fanno uscire di casa, sarà che la Juve è in B, sarà che ieri c’erano ventotto gradi e non sai come vestirti, non lo so. Mi chiedo com’erano davvero quei tempi dei quali si dice che la politica era davvero importante per la gente, per le persone comuni e per quelle un po’ meno: si poteva realmente sentire trasporto per Kennedy o De Gasperi mentre si doveva pensare a trovarsi un lavoro e non farsi dissanguare dai debiti? Era proprio così? Chissà: nel frattempo, l’evento epocale diventa un frammento di Blob, stasera c’è il seguito della puntata di CSI di ieri sera, stai a vedere che a Brass tolgono il distintivo.