Giorni
[Ci sono giorni nei quali ti pare di toccare con mano quella pornografia dei sentimenti della quale alcuni ti accusano: ti pare di sguazzarci dentro, perché è la tua. Sono i giorni nei quali vorresti scrivere la cosa che colpisce tutti, quella che prende allo stomaco e tira fuori le lacrime, quella che si prende i like e i mi-piace come le stelle dei ristoranti e i pallini dei film di prima visione. Peccato che qualcuno sia arrivato prima di te, e ti abbia rubato la scena, e – non importa se volendolo o no – sia andato, sia stato messo sotto i riflettori del quarto d’ora di celebrità quotidiana. Sono i giorni nei quali la vita degli altri è più interessante, drammatica, piena, memorabile. Sono anche i giorni nei quali delle tante, forse troppe vite altrui con le quali entri in contatto e delle quali puoi sapere tanto, forse troppo, ti senti di poterne reggere solo pochissime, quelle più vicine, quelle più care. Sono i giorni nei quali realizzi che questo non è possibile, perché i sei gradi di separazione funzionano sempre, e da una vita a te vicina passi a un’altra con la quale non vorresti avere a che fare, e non ci puoi fare niente perché delle vite altrui non sei tu – per fortuna – a decidere, e tutto ciò che puoi fare è sfoderare il tuo sorriso migliore e trovare il buono che ci dev’essere in tutto questo, anche se ben nascosto. Sono i giorni nei quali questo tentativo provoca tanti danni quanti ne fa l’elefante nella cristalleria, e ti pare di avere un talento speciale per far franare le cose belle e per lucidare col Polish l’ottone di quelle brutte. Sono giorni che poi, speri, passano. Come gli anni, anche se non te ne accorgi, anche se non c’è nessuna differenza visibile e sostanziale tra un minuto prima e un minuto dopo]