Stories of the Bund – Raccolta differenziata
Escono quando viene il buio, dalle otto o nove di sera fino a notte fonda. Li vedi un po’ dappertutto, sotto i ponti delle sopraelevate, lungo i marciapiedi delle vecchie concessioni straniere, nelle aree di carico e scarico degli alberghi e dei flagship stores. Non so chi siano, sono centinaia, più probabilmente migliaia di persone di ogni sesso e età, a volte ragazzini a volte anziani che vorresti immaginare seduti davanti a un fuoco caldo. Prendono gli imballaggi di cartone e meticolosamente li aprono, li piegano e li impilano; per ore, costruendo ogni notte parallelepipedi di volumi impressionanti che poi caricano, investendo almeno altrettanto tempo per far sì che quella montagna di cartone non si sfasci lungo il percorso, su biciclette, motocarrozzette, a volte addirittura camion. Qualcuno si occupa anche della plastica, in particolare dei boccioni vuoti usati per distribuire acqua nelle macchine erogratrici degli uffici, e così capita di vedere circolare delle specie di astronavi che si muovono lungo le strade perennemente piene di qualsiasi mezzo di locomozione immaginabile circondate da questi salvagenti da venti litri di capienza, qualcuno ne porta dieci, qualcun altro quindici, pare di essere al circo. Quando hanno finito la preparazione, dopo una notte di lavoro lunga quanto una giornata, salgono in sella e partono; diretti verso chissà dove, per guadagnare una manciata di yuan, in attesa della prossima notte – e speriamo che non piova, perché il cartone bagnato non lo vuole nessuno.