< City Lights. Kerouac Street, San Francisco.
Siediti e leggi un libro

     

Home
Dichiarazione d'intenti
La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

Talk to me: e-mail

  • Blogroll

  • Download


    "Greetings from"

    NEW!
    Scarica "My Own Private Milano"


    "On The Blog"

    "5 birilli"

    "Post sotto l'albero 2003"

    "Post sotto l'albero 2004"

    "Post sotto l'albero 2005"

    "Post sotto l'albero 2006"

    "Post sotto l'albero 2007"

    "Post sotto l'albero 2008"

    "Post sotto l'albero 2009"

    "Post sotto l'albero 2010"


    scarica Acrobat Reader

    NEW: versioni ebook e mobile!
    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione mobi"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione mobi"

    Un po' di Copyright Creative Commons License
    Scritti sotto tutela dalla Creative Commons License.

  • Archives:
  • Ultimi Post

  • Madeleine
  • Scommesse, vent’anni dopo
  • “State andando in un bel posto, credimi”
  • Like father like son
  • A ricevimento fattura
  • Gentilezza
  • Il giusto, il nobile, l’utile
  • Mi chiedevo
  • Sapone
  • Di isole e futuro
  • March 2021
    M T W T F S S
    1234567
    891011121314
    15161718192021
    22232425262728
    293031  

     

    Powered by

  • Meta:
  • concept by
    luca-vs-webdesign

     

    03/03/2021

    La fine di un giorno

    Filed under: — JE6 @ 16:48

    Sono giorni un po’ così, di tanto lavoro e poco tempo non tanto per fare, ma per pensare altro. Però leggo (e guardo una vecchia serie con cinque anni di ritardo, ma quella me la tengo per la prossima volta), e qualcosa resta. Restano due frasi di Gipi nell’intervista che ha dato all’Huffington Post:

    Non potevi semplicemente spegnere il telefono?

    Se fosse così facile i proprietari delle piattaforme non sarebbero multimiliardari. I social network sono ingegnerizzati per agevolare il conflitto. Il conflitto genera “engagement” come lo chiamano loro. Il tuo tempo, in parole povere. Quel tempo viene poi convertito in tariffe per gli inserzionisti. I social sono costruiti in modo che, se non hai un carattere forte, possono renderti una persona peggiore. E più tempo ci stai, e più diventi peggiore. E più diventi peggiore, e più fai fatturare soldi. Sono un’impresa che funziona alla perfezione, fondata essenzialmente su una malattia.

    Qual è la malattia?

    L’esigenza di esprimere la propria opinione su qualsiasi argomento, di processare, giudicare, mettere all’indice qualcuno, ogni giorno della settimana.

    E resta una frase di Jenny Erpenbeck, in un libro strano, affascinante e scritto benissimo che nella traduzione inglese dell’originale tedesco si intitola “The End of Days”:

    The end of a day on which a life has ended is still far from being the end of days.

    Magari non è molto, lo so. E però.

    One Response to “La fine di un giorno”

    1. abituarsi - ATBV Says:

      […] che odiate casa vostra, per esempio, che odiate Proust e i libri e i social (c’è qui una cosa importante, a questo proposito) e la didattica a distanza, che non vi interessa la frugalità, ma […]

    Leave a Reply