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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

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    24/01/2005

    Motore spento

    Filed under: — JE6 @ 10:19

    [Oggi, romanticume di bassa lega]

    Non mi spingo a dire che lo amo, no.
    Però è vero che il blocco del traffico mi piace. Mi piace mettermi alla finestra, guardare fuori e vedere la forma dell’immobilità, o, al massimo, della lentezza. E’ come ascoltare un grande sospiro uscire dai palazzi e dalle strade che si rilassano. E’ come tornare nel paesino sardo dei miei avi, è come camminare ancora nel mezzo di quel campo di football abbandonato, tra Atlanta e Chattanooga.
    Ci vuole, ogni tanto. Davvero.

    23/01/2005

    Colpa mia

    Filed under: — JE6 @ 15:31

    Che poi, “colpa” non è forse la parola più giusta.
    Comunque.
    E’ proprio che io, come la maggior parte dei miei simili, di temi come la fecondazione artificiale ne so poco. E quando mi trovo di fronte a ragionamenti complessi, basati su sistemi di pensiero e vocabolari (sì, vocabolari: e non è cosa secondaria) a me in larga misura ignoti, dopo pochi paragrafi mi perdo; e ci riprovo, e mi riperdo di nuovo.
    Così, segnalo una discussione che credo essere interessante. Io, nel frattempo, vado a cercare un Bignami.
    Shangri-La

    21/01/2005

    Schermo delle mie brame

    Filed under: — JE6 @ 10:13

    Leggo dalle brevi di Italia Oggi: “Tv Magazine supera quota 500 mila copie” e “Mondadori: Esaurite le 600 mila copie di Star+Tv“.
    Ora, assommiamo a queste cifre le tirature di “Sorrisi e Canzoni TV“, della miriade di giornali e giornaletti dedicati alla televisione già presenti in edicola, di magazine che dedicano un’ampia sezione alla programmazione televisiva (vedi quelli del Corriere e di Repubblica). Se ne deduce che ci sono molti milioni di persone che spendono soldi (pochi o tanti, non è questo il punto) per sapere a che ora vanno in onda le scimmiette della Ventura e (credo soprattutto) per sapere se davvero la Ventura medesima si è accompagnata al magnolio Gori.
    Deduzione facile facile, certo, chè son mica Poirot. Un moralista, immagino, definirebbe questo come un segno della decadenza dei tempi.

    Eccitazione

    Filed under: — JE6 @ 07:48

    Ieri sera, parlando di blog*, qualcuno adduceva a parziale spiegazione della propria diminuita frequentazione della blogosfera la “mancanza di qualcosa di interessante, di eccitante“.
    Lì per lì mi sono trovato d’accordo.
    Ma poi, tornando a casa, nel silenzio e nella solitudine del mio abitacolo coreano, pensavo che periodi di calma, di stasi, di quotidiano tran-tran non solo sono naturali, ma vanno anche accolti come benvenuti, e goduti appieno.
    Come nella vita off-line, insomma.

    * Si è anche parlato d’altro, ma se ne è parlato. Siamo gente malata, noi blogger, si sa.

    20/01/2005

    Piange il telefono

    Filed under: — JE6 @ 11:15

    Ho il telefono aziendale da parecchi anni, e non ho mai avuto l’onore e l’onere di dare un’occhiata alle “mie” bollette. Sarà per questo che rimango basito (non so se molto basito o solo un po’; adesso ci penso) nell’apprendere che “la tassa sul telefonino, riservata agli abbonamenti, fu introdotta nella prima metà degli Anni Novanta, come tassa sul lusso, quando il telefonino era un bene riservato a pochi e fortunati utenti e attualmente si pagano 12,9 euro al mese per il contratto business e 5,16 euro mensili per il contratto family.
    Tredici euro al mese di tassa sul telefonino? Per il mero possesso? E Siniscalco, sulle orme del sedicente liberista Tremonti, vuole estendere questa tassa anche ai cinquanta milioni di telefoni che usano la scheda prepagata.
    Liberisti, eh? Oddio, aridatece un piano quinquennale, vi prego.
    Repubblica.it

    19/01/2005

    Ghost town

    Filed under: — JE6 @ 11:58

    Fossimo in New Mexico, non ci si sorprenderebbe più di tanto.
    Ma siamo a Milano. Che, evidentemente, assomiglia al New Mexico più di quanto ci si immaginerebbe.
    Il luogo sta dalle parti dell’imbocco dell’Autolaghi. Lo si vede da lontano, perchè ci sono due grandi torri, con le insegne di Allaxia e Castorama. Ma il luogo non ha nome. E’ una via lunga quasi mezzo chilometro, che esiste da un decennio, e che la Toponomastica di Milano non ha mai battezzato. La consegna di posta, pacchi, materiale vario avviene secondo modalità paragonabili solo a quelle tipiche della caccia al tesoro: si danno ai malcapitati recapitatori una serie di indizi, nella speranza che essi siano solutori più che abili e quindi siano capaci di costruirsi la loro personale mappa per raggiungere la meta.
    A questo si aggiunge il fatto che la via in questione è diventata parcheggio per TIR, che una volta, invece, stazionavano al Gallaratese, intorno al cimitero di Musocco: percorrendola, si passa attraverso un pout-pourri di nazionalità e di mezzi di trasporto assolutamente affascinante. La cosa conferisce, per l’appunto, un certo fascino al luogo: peccato che questo non abbia un nome.
    Corriere della sera, su carta, di domenica 16 gennaio

    18/01/2005

    Gnam

    Filed under: — JE6 @ 12:07

    La blacklist di WordPress sta mietendo vittime innocenti.

    Update: A quanto pare, le vittime innocenti sono molte. WordPress si sta mangiando qualsiasi commento.

    Dal basso

    Filed under: — JE6 @ 11:14

    Scrive Claudio Sabelli Fioretti: Da oggi in poi non ci sono scuse. I candidati nei vari collegi non dovranno più essere paracadutati da Roma ma dovranno essere scelti dalla gente che poi li dovrà votare.
    Ora, mi chiedo: ma Vendola chi lo ha scelto? I pugliesi? Oppure Bertinotti e il correntone DS? Voglio dire, non è che si sta facendo un po’ troppa retorica sulla questione delle primarie?
    Sabelli Fioretti

    17/01/2005

    La tela del ragno

    Filed under: — JE6 @ 15:55

    Capisci che una città ti ama quando, giunto il momento di lasciarla, ti avviluppa in una inestricabile rete di sensi unici e indicazioni stradali piazzate alla rinfusa, in un tripudio di “tutte le direzioni” dal quale riesci a uscire solo a prezzo di una sudata agostana, un buon numero di bestemmie e l’aumento dei capelli bianchi. Quando pensi di avercela fatta, e sei in autostrada, ti lancia il suo ultimo disperato appello, che mira direttamente al tuo cuore: un fiume, ed un ponte viola che gli passa sopra. Guardi bene, e non vedendo la mucca Milka capisci che non può essere che un’allucinazione; e schiacci il pedale, con un nuovo sudore a imperlarti la fronte.

    Addendum: e tutto questo, senza avere la possibilità di incontrare gli amici. Vita grama.

    16/01/2005

    Alla prossima, usare il pestacarne

    Filed under: — JE6 @ 16:11

    C’è gente che le inventa tutte, per farsi del male.
    Wittgenstein