Non guardarla più
Quando giocavo a biliardo c’era questo modo di dire – tiravi un bel colpo, uno di quelli che lo vedevi subito che avevano tutto quel che serve, il tocco, la sicurezza, la direzione, la velocità, lo vedevi nel momento stesso in cui la stecca colpiva quella piccola sfera, e c’era uno che guardava la partita e diceva “non guardarla più”. Voleva dire stai tranquillo, puoi anche voltare le spalle e quando ti rigiri devi solo rimettere in piedi i birilli e segnare i punti. Piaceva a tutti sentirselo dire, era come un riconoscimento a voce alta. Eppure la cosa bella, bella per davvero era seguire con gli occhi la biglia e guardarla muoversi, liscia, sicura. Ci mancava il replay, altro che non guardarla più. Perché sapevamo tutti che le cose da non guardare più erano e sarebbero state altre – vecchie fotografie, agende, facce di colleghi, folder dimenticati in un angolo di un hard disk, lettere di licenziamento, cose così.