Dacci oggi il nostro pane quotidiano
Non alza nemmeno gli occhi dal piatto mentre lo fa, non crede di dire niente di particolare, sta semplicemente commentando la qualità di una panetteria, ci sono andata l’altro giorno e il pane faceva davvero e lì si ferma, giusto per una frazione di secondo, io direi schifo, direi che quel pane faceva schifo e non mi sentirei in colpa, lei invece continua e dice faceva pietà, e scuote appena la testa mentre aggiunge perché non si dice di peggio del pane, e in quella pausa microscopica e in quelle pochissime parole messe tra parentesi c’è tutta una educazione, una dignità, una consapevolezza delle cose, una storia di generazioni e fatiche, c’è tutto quello che lei ha vissuto e io no, tutto quello che lei ha dentro e io non ho, tutto quello che lei è e io non sono se non in misura tenue e sfibrata anche se lei è mia mamma, in quella pausa microscopica e in quelle pochissime parole c’è dentro qualcosa che mi piacerebbe tanto avere ed essere a costo di essere fuori dal mio tempo e dal mio mondo, qualcosa che con me si è stinto e che quando lei non ci sarà più sarà scomparso del tutto.