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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

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    07/10/2004

    Sei un porco, ecco cosa sei

    Filed under: — JE6 @ 15:52

    Rebecca Loos rende felice un suino, durante una puntata di “The Farm” (la fattoria, sì, proprio quella).
    Kataweb

    Vita di paese

    Filed under: — JE6 @ 12:13

    Di tanto in tanto, arriva quello che dice “Basta, non ne posso più della città, del traffico, del rumore. Ho deciso, vado a vivere in campagna, dove si può fare vita di paese, ci si conosce tutti, se hai bisogno di un etto di zucchero non hai problemi a chiederlo al vicino, e c’è tanto verde per i bambini“.
    Tu lo guardi, dici di sì perchè cosa vuoi stare a discutere, fingi addirittura un filo di invidia. E poi, ti siedi sulla riva del fiume ad aspettare.
    Perchè un milanese, per andare a vivere in campagna (vivere, non fare il villeggiante da week-end) si deve spostare di settanta-ottanta chilometri, dato che la metropoli si estende molto al di là dei confini del comune.
    Sono pochi, quelli che lo fanno veramente: il cambio di vita, intendo. Gli altri si fanno irretire dalle villette a schiera immerse nel verde, a soli otto minuti dal capolinea della metropolitana. Vanno ad abitare a Seguro, a Corbetta, a Novate Milanese, a Vizzolo Predabissi. Ogni mattina si svegliano prima dei panettieri, e si mettono in coda sulla Varesina, sulla Paullese, sulla Milano-Meda, perchè hanno cambiato casa ma non hanno cambiato lavoro. Arrivano a casa alle otto di sera, come tutti gli altri abitanti delle villette a schiera immerse nel verde, che si rendono conto che al capolinea della metropolitana ci arrivi in otto minuti soltanto la domenica mattina verso le seieventi, e come tutti gli altri cercano di sopravvivere fino alla mattina successiva, alla coda successiva, alla ricerca di parcheggio successiva.
    Non vedono anima diversa dalla moglie e dal figlio per cinque giorni su sette, il venerdì sera, quando vorrebbero stramazzare sul letto e dormire sedici ore di fila, i ragazzi del paese (quei pochi che non sono andati a strafarsi di mojito a Milano), si mettono a far bordello nella piazza della chiesa, ed è più o meno come essere catapultati in un concerto di Marilyn Manson essendo amanti di Bach. Il week-end lo passano lividi a riprendere energie, vanno a comprare il pane nel negozietto dove la padrona parla in dialetto (e loro non capiscono) e la nipote che la aiuta è una sgallettata che però la dà solo a chi ha un pied-a-terre. Dove? A Milano, no?