Regole
Chez Herzog si discute della “voglia di carta” che si aggira nella blogpalla. Il padrone di casa punta il dito sul fatto che molti (?) blogger sembrerebbero aver dimenticato, oppure messo in un cassetto, il proprio ruolo di esploratori, di pionieri, di cavie volontarie delle possibilità espressive dello strumento blog e del suo sistema di regole:
Riflettevo però sul fatto che, nella giusta e continua tensione del blog ad esplorare le proprie, differenti potenzialità, la deriva attuale è un ritorno alle logiche dell’editoria classica (non si tratta solo di scritture o mezzi differenti, ma di un sistema di regole da accettare), ovvero un ambito di cui il blog è (è stato?) alternativa, se non addirittura antitesi (là c’è una selezione, e qui no: là c’è una censura, e qui no: là si è vincolati a logiche commerciali, e qui no)
Io non sono d’accordo, per quel che vale la mia opinione.
Non che non veda le differenze tra gli strumenti qui messi in contrapposizione, e le differenze tra i “sistemi di regole” di cui si parla (benchè questo del “sistema di regole” sia un concetto davvero tranciato a colpi d’ascia). E’ che mi pare perfettamente naturale che, passando da un ambito ad un altro, se ne accettino anche le “regole”, posto che queste non vengano considerate sbagliate e/o che non si abbia la forza – o il desiderio – di cambiarle.