Greetings from New Orleans: 2 – Safety first
Passo davanti al Lousiana Superdome. Tra un paio d’ore giocheranno due squadre universitarie di football. Migliaia di spettatori, tutti neri. Tutti belli, allegri, tutti con un bicchiere in mano, tutti con la maglia della loro squadra. Moltissime donne, tanti bambini, un buon numero di anziani (il piu’ bello e’ una specie di patriarca vestito di blu e giallo – Southern University Tigers – che guida la famiglia camminando dentro ad un paio di stivali di pelle di coccodrillo; d’altra parte, questa e’ Gator Land).
Polizia, zero. Qui, come nel resto della citta’, che gira trascinando i passi come trascina le parole di questa specie di inglese che faccio una fatica maledetta a capire. Mi viene in mente Times Square, a New York, dove, ad ogni ora del giorno e della notte, si legge il display con l’indicazione del National Security Alarm: il giallo se lo sono scordato, l’arancione e’ la regola, quando si passa al rosso la citta’ va in fibrillazione. Qui niente di tutto questo, dell’11 settembre non c’e’ quasi traccia.
Guardo il fiume di tifosi in attesa della partita, quelli che tra un’ora si alzeranno a cantare l’inno con la mano sul cuore. Poi mi cade l’occhio su un cartello. E’ proibito portare dentro lo stadio lattine, bottiglie, armi, missili, fuochi d’artificio…
October 18th, 2004 at 09:28
Era rocket, suppongo. Perché se era missile c’è veramente da perplimersi…
October 18th, 2004 at 11:30
niente sulle testate nucleari?
October 18th, 2004 at 15:47
Lester, era proprio “missiles”.