Promossi (pochi) e rimandati (di più)
Premessa, tanto per far capire come la penso:
Io tendo a preferire personaggi realistici, che danno l’impressione di “essere vivi” – ovvero di essere gente in carne e ossa – posti in situazioni dettagliate e realistiche. Sono attratto da modi di narrazione tradizionali – qualcuno li definirebbe “fuori moda”: uno strato di realtà che si dispiega e ne apre un altro, magari ancora più ricco; il graduale accumulo di dettagli significativi; dialoghi che non si limitano a rivelare qualcosa su un personaggio, ma portano anche avanti la storia”.
Raymond Carver
Ho letto “La notte dei blogger”. E devo dire che, di racconti scritti così come piacevano al vecchio Ray – e al sottoscritto – ne ho trovati pochi. Uno più tre. Oddio, con quello che c’è in giro, può anche essere considerato un buon risultato. Ma quattro su diciassette (più uno, a fumetti), beh: mi aspettavo di più. O di meglio.
Per quali motivi mi sono piaciuti quei quattro racconti, si veda la premessa. Negli altri, invece, ho trovato poco, troppo poco. Post allungati fino a riempire lo spazio minimo necessario di dieci-dodici pagine; personaggi abbozzati e subito dimenticati (dal lettore, ma anche dall’autore, si direbbe); storie con la s minuscola. E trucchi.
Una volta ho sentito Geoffrey Wolff dire a un gruppo di aspiranti scrittori: “Niente trucchi da quattro soldi”. [Questa frase] io la correggerei un po’: “Niente trucchi”. Punto e basta. Io i trucchi non li sopporto. Quando leggo narrativa, al primo segno di trucco o di trovata, non importa se da quattro soldi o elaborata, mi viene istintivo cercare riparo.
Raymond Carver (e chi, se no?)
Per farla breve, i quattro racconti rimastimi “dentro” sono:
E il tram di mezzanotte se ne va – La Pizia (il migliore, in assoluto)
Nessuno mi può giudicare – Gianluca Neri
La pagina Quarantanove – The Petunias (però, Roberto, quei nomi, santiddio)
Mostra e dimostra – Violetta Bellocchio
Ci sarebbe molto altro da dire, sulla (dis)omogeneità della raccolta, sul fatto che l’età massima degli autori è di trentasei anni, su cosa ne penserà della blogpalla chi leggerà questo libro senza aver prima fatto il necessario periodo di perlustrazione, su quanto (troppo) il blog e la sua scrittura-tipo sia entrata nel libro in questione. Ma ci sarà tempo, temo.