La pensionata e il lattaio
Chi la conosce sa che non ha avuto una vita facile. Non ha mai trovato marito, e chissà se l’ha mai cercato. Ha accudito una madre dal carattere difficile, vivendole accanto ogni giorno per decenni; ha lavorato facendo i conti con la propria natura, anch’essa dura e severa, seppure temperata da un discreto senso dell’umorismo. Ha aiutato vicini e semplici conoscenti, ha dedicato mille ore alla parrocchia ed alla sua biblioteca.
Oggi, quando si alza, vede nello specchio una pensionata rimasta orfana all’età di settant’anni, con i capelli ogni giorno più radi e gli incisivi inferiori sempre più traballanti. Si veste, con la cura che le energie ed i soldi della pensione le permettono, ed esce di casa. Si tiene lontana dal centro commerciale per quanto le è possibile, perchè non ama la confusione ed i ragazzini che la spintonano; entra dal lattaio, saluta, si guarda un po’ in giro, scambia due parole, poi, con un’aria un po’ triste e un po’ smarrita, mormora “beh, in effetti non mi serve nulla… arrivederci”, saluta nuovamente ed esce. Fuori, splende il primo sole di primavera.
March 14th, 2005 at 11:53
Bellissimi come sempre, i suoi ritratti. Soprattutto questa dignitosa immagine di orfanella settantenne.
(P.S. Ma il lattaio si è accorto che lei gli fa gli occhi dolci?)
March 14th, 2005 at 12:08
Grazie Madame, troppo buona. Ma io non ho merito, perchè, come al solito (i Cinque Birilli, per dire), è tutto vero; io sono solo il pettegolo che racconta a chi non c’era.
PS – Lei, per dignità, non farebbe mai gli occhi dolci al lattaio, soprattutto in presenza della di lui moglie. E lui, quand’anche, non se ne accorgerebbe.