Ma quando cresci?
Le riflessioni e discussioni degli ultimi tempi su giovani poco rampanti, gerontocrati incollati alle poltrone e mancato ricambio delle classi dirigenti mi sono state utili a diminuire ulteriormente la già scarsa stima che nutrivo nei confronti di me stesso, membro poco attivo della moderna società italiana.
Mi hanno molto aiutato, in questa distruzione dell’ego, due persone.
La prima è Ivan Scalfarotto, con il commento lasciato da queste parti e con una mail privata, cordiale e serena come mi pare sia lui, ma netta nei contenuti; dice Ivan: se non ci facciamo avanti (e non siamo disposti a pagare gli eventuali prezzi collegati) mai e poi mai avremo la possibilità come generazione di lasciare una traccia in questo paese. Dagli torto, ecco.
La seconda persona è Mucho Maas, che mi ha ritratto con poche precise parole, alle quali vi rimando (lontano dagli occhi, lontano dal cuore).
Detto questo, una vogliuzza di staccarmi dal divano mi è venuta. Ma, e non la si prenda come una scusa, ammetto di avere poche e confuse idee sul “come” e sul “con chi”. Insomma, se avete suggerimenti, fate pure.
Ivan Scalfarotto, Il blog del lotto 49