Greetings from Leeds ’07 – 4. Quella gelida manina
Io non credevo che fosse ancora possibile, eppure questa sera, mentre eravamo seduti al nostro tavolo dell’Horse and Trumpet venivamo fissati da una signora sulla cinquantina, che ogni tanto ci sorrideva mentre sfogliava le pagine di un quotidiano. Quando si è alzata abbiamo levato gli occhi dall’ultimate burger e abbiamo ricambiato il sorriso, e la signora si è fermata al nostro tavolo e ci ha spiegato che lei lavora al teatro dell’opera, così ha imparato un po’ d’italiano – un pochito – ed era proprio un peccato che dovessimo già tornare a casa perchè hanno delle produzioni splendide – come to visit us next time, okay?
Abbiamo finito l’osceno ammasso di carne e formaggio e cipolle e patate che occupava il piatto pensando a questa donna che si era formata con Verdi e Rossini e Puccini, e la gelida manina le aveva permesso di capire almeno una parte delle immonde fesserie con le quali stavamo concludendo la giornata, sentendoci stranieri in casa, e a casa in terra straniera.
February 2nd, 2007 at 00:58
Talor dal mio forziere ruban tutti i gioielli due ladri gli occhi belli…
Non c’è momento della vita che l’opera non possa spiegare.