Home Dichiarazione d'intenti
La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla. (Gabriel Garcia Marquez)
c’è stata l’autocritica, compagno. stamattina bordin ha detto (parafrasando): “mi rendo conto che fare lo sciopero della fame e della sete per avere delle poltrone potrebbe giustificare delle pernacchie”
Prez.ssimo Sir. Domenica scorsa, ascoltando comizi di G. Fini e di V. Veltroni uno dopo l’altro su Radio Radicale, credevo di essermi definitivamente convinta a votare Pd. Oggi, ascoltando le peraltro diverse tra loro dichiarazioni di D. Franceschini e V. Veltroni a proposito dei contenuti dell’accordo con i Radicali (dichiarazioni che mi hanno ricordato quelle del mio macellaio quando nega di avere pesato l’arrosto senza togliere il grasso), ho cambiato di nuovo idea. Non ho mai fatto parte dei seguitores di Marco Pannella. Comprendo però le ragioni del suo sciopero della sete. Non si tratta di “poltrone”, come dice il macellaio D. Franceschini, si tratta di rispettare i patti o, almeno, di ammettere di non averlo rispettati. Quanto a me, caro Sir, come faccio a votare un partito per il suo grande programma quando questo non rispetta nemmeno un piccolo accordo con i suoi alleati? Sua affezionata.
Gent.ma Robba, mi duole notare che Voi cadete nell’equivoco. Qui non si discute dei termini dei patti stipulati e del loro rispetto: semplicemente ci si stupisce del fatto che i Radicali abbiano pensato di stipularli, il che suona del tutto contrario alla loro natura e alla loro storia, come nota la Saraceno e come mi pare che lo stesso Bordin confermi. Insomma, personalmente non vedo il problema nel disdicevole voltafaccia del PD, ma nel fatto che i Radicali vi si siano così ingenuamente esposti.
Carissimo Sir. Non so che storia abbia in mente la Sig.ra Chiara Saraceno ma per quanto ne so – per avere lavorato alcuni anni nella redazione della cosiddetta “enciclopedia radicale” – la storia dei Radicali è fatta anche di accordi di questo genere. Non è il primo e non sarà l’ultimo a meno che dei Radicali non ne si voglia la scomparsa.
Leave a Reply
This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish.AcceptRejectRead More
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
March 6th, 2008 at 11:35
c’è stata l’autocritica, compagno. stamattina bordin ha detto (parafrasando): “mi rendo conto che fare lo sciopero della fame e della sete per avere delle poltrone potrebbe giustificare delle pernacchie”
March 6th, 2008 at 14:02
Prez.ssimo Sir. Domenica scorsa, ascoltando comizi di G. Fini e di V. Veltroni uno dopo l’altro su Radio Radicale, credevo di essermi definitivamente convinta a votare Pd. Oggi, ascoltando le peraltro diverse tra loro dichiarazioni di D. Franceschini e V. Veltroni a proposito dei contenuti dell’accordo con i Radicali (dichiarazioni che mi hanno ricordato quelle del mio macellaio quando nega di avere pesato l’arrosto senza togliere il grasso), ho cambiato di nuovo idea. Non ho mai fatto parte dei seguitores di Marco Pannella. Comprendo però le ragioni del suo sciopero della sete. Non si tratta di “poltrone”, come dice il macellaio D. Franceschini, si tratta di rispettare i patti o, almeno, di ammettere di non averlo rispettati. Quanto a me, caro Sir, come faccio a votare un partito per il suo grande programma quando questo non rispetta nemmeno un piccolo accordo con i suoi alleati? Sua affezionata.
March 6th, 2008 at 14:28
Gent.ma Robba, mi duole notare che Voi cadete nell’equivoco. Qui non si discute dei termini dei patti stipulati e del loro rispetto: semplicemente ci si stupisce del fatto che i Radicali abbiano pensato di stipularli, il che suona del tutto contrario alla loro natura e alla loro storia, come nota la Saraceno e come mi pare che lo stesso Bordin confermi. Insomma, personalmente non vedo il problema nel disdicevole voltafaccia del PD, ma nel fatto che i Radicali vi si siano così ingenuamente esposti.
March 6th, 2008 at 14:58
Carissimo Sir. Non so che storia abbia in mente la Sig.ra Chiara Saraceno ma per quanto ne so – per avere lavorato alcuni anni nella redazione della cosiddetta “enciclopedia radicale” – la storia dei Radicali è fatta anche di accordi di questo genere. Non è il primo e non sarà l’ultimo a meno che dei Radicali non ne si voglia la scomparsa.