Quelli che no
C’è chi sa parlare con i bambini, e chi no. Ma “quelli no” non sono tutti uguali; ce ne sono che li trattano sempre e comunque come dei Teletubbies in carne e ossa, fino al compimento dei diciott’anni (e a volte oltre): sono quelli che squittiscono, quelli che “cicci”, quelli che appunto, i bambini sono dei fumetti.
Ce ne sono altri, però. Sono quelli che si rendono conto di avere di fronte delle persone complicate e delicate e belle e orribili: come gli adulti, ma senza esserlo ancora. Sono quelli che gli mancano le parole, quelli che avrebbero da dire ma non sanno come farlo perché a buttare fuori certe cose in un certo modo ci riescono solo nei libri e nei telefilm. Sono quelli che stanno tanto in silenzio e fanno la figura di quelli che se ne fregano, o che i bambini li odiano, e invece non è così – sono quelli che ogni tanto trovano un bambino che ha la luna un po’ di traverso e che per un imperscrutabile motivo si trovano a sedercisi accanto e magari stanno zitti entrambi oppure si mettono a parlare di calcio o di come va la scuola e alla fine quello più piccolo sorride – oppure si mette a guardare la televisione ma appoggia la testa sul braccio di quello più grande, che alla fine è il più contento di tutti.
November 12th, 2009 at 13:12
Davvero toccante.
Complimenti.
A.
November 14th, 2009 at 00:31
Sì è dura, ma ci sono dei momenti nei quali la bellezza di queste cose riesce a filtrare attraverso la stanchezza.
July 30th, 2011 at 22:34
[…] post del blogger Squonk, qualche giorno fa. “C’è chi sa parlare con i bambini, e chi […]