Io la musica non la capisco
Io la musica non la capisco. La musica mi piace – poca – o non mi piace – molta di più. Ma non la capisco, non capisco perché ogni tanto, per dire, ci sono questi assoli da nulla che però sto lì ad ascoltarli e ascoltarli e ascoltarli – la chitarra di “See the Lights” dei Simple Minds, saran quindici anni che la ascolto e lo so benissimo che quello lì mica è un gran chitarrista, che quello mica è sto gran pezzo, eppure. Non lo so, a me la musica piacerebbe capirla di più, trovarci dei motivi che non siano l’epidermide, mi piacerebbe anche non avere questo carattere che mi sento la sensazione fisica della scarsa sopportazione quando arrivo al quarto brano e non c’è ancora nulla non dico di nuovo, che del nuovo o del vecchio non mi frega nulla, ma di bello, qualcosa che mi faccia battere il piede senza volerlo (e lo vedi, sempre lì siamo, mi piace – non mi piace), che poi è la stessa sensazione che provo quando in televisione passa, non so, Enrico Papi o Striscia la notizia o una roba così e allora ficco la testa dentro un libro o mi alzo dal divano e ritorno dopo un po’. C’è poi che della musica si discute, e si discute allo stesso modo della politica e del calcio e dei telefilm e della moda, si discute alla guelfi e ghibellini, ce la si prende perché la musica che ci piace siamo noi e se tu dici che una roba ti piace allora ti senti fratello e se tu dici che una roba non ti piace allora stai dicendo che sono un cretino e insomma quello che cantava che sono solo canzonette aveva ragione e torto al tempo stesso e io dovrei ricordarmelo un po’ più spesso, ascoltare e basta perché a volte uno manca di rispetto senza volerlo e per cosa poi, per una canzonetta, già, per quello e chissà se ne vale la pena.
[Oh, poi: prendi la prima frase, e al posto di musica mettici, che ne so, arte, letteratura, sport, ci siamo capiti, funziona tutto sempre allo stesso, io funziono sempre allo stesso modo, purtroppo]