< City Lights. Kerouac Street, San Francisco.
Siediti e leggi un libro

     

Home
Dichiarazione d'intenti
La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

Talk to me: e-mail

  • Blogroll

  • Download


    "Greetings from"

    NEW!
    Scarica "My Own Private Milano"


    "On The Blog"

    "5 birilli"

    "Post sotto l'albero 2003"

    "Post sotto l'albero 2004"

    "Post sotto l'albero 2005"

    "Post sotto l'albero 2006"

    "Post sotto l'albero 2007"

    "Post sotto l'albero 2008"

    "Post sotto l'albero 2009"

    "Post sotto l'albero 2010"


    scarica Acrobat Reader

    NEW: versioni ebook e mobile!
    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione mobi"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione mobi"

    Un po' di Copyright Creative Commons License
    Scritti sotto tutela dalla Creative Commons License.

  • Archives:
  • Ultimi Post

  • Madeleine
  • Scommesse, vent’anni dopo
  • “State andando in un bel posto, credimi”
  • Like father like son
  • A ricevimento fattura
  • Gentilezza
  • Il giusto, il nobile, l’utile
  • Mi chiedevo
  • Sapone
  • Di isole e futuro
  • February 2013
    M T W T F S S
     123
    45678910
    11121314151617
    18192021222324
    25262728  

     

    Powered by

  • Meta:
  • concept by
    luca-vs-webdesign

     

    22/02/2013

    Stories of the Bund – Kindergarten

    Filed under: — JE6 @ 17:07

    Rientro a casa passando per una traversa di Shanxi Lu. Sulla destra c’è un grande cancello, un nome cinese seguito dalla parola Kindergarten. Un asilo privato, mi pare di capire. I venti metri di muro successivi sono coperti da grandi fotografie che illustrano la vita dei bambini nell’asilo: la festa di Natale con un Santa Claus in abito da lavoro, in cerchio mentre cantano, una femminuccia che ride mentre si tiene in equilibrio sulle mattonelle di un marciapiede. Poi c’è quest’altro poster, che sta lì insieme agli altri a fare pubblicità all’asilo, a dare buoni motivi per portarci e lasciarci i figli – che qui sono pochi e preziosissimi: si vede il cortile dell’asilo, sull’asfalto il suo grande logo (una specie di Doraemon, se la memoria non mi inganna); poi quattro soldati, in divisa, senz’armi, il primo a sinistra con una specie di lancia piumata. Sono molto giovani, sembrano messi in ordine discendente di altezza, marciano impettiti, con lo sguardo severo, il soldato di sinistra col viso rivolto verso i commilitoni – evidentemente è il caposquadra. L’obiettivo li coglie in un momento di imperfezione, due dei quattro piedi sinistri sono attaccati al suolo, il terzo e il quarto non ancora, questione di frazione di secondi, a occhio nudo non se ne sarà accorto nessuno. Di sicuro non se ne sono accorti le decine di bambini che si vedono alle loro spalle: assistono alla marcia dei soldati, sorridono tutti, sembrano felici come solo dei bambini di cinque anni davanti a un gioco; indossano tutti un’uniforme verde, che sembra la versione 0-12 della divisa dei soldati, hanno un fazzoletto rosso al braccio sinistro. Non so cosa stessero facendo, i bambini e i quattro soldati: non posso leggere e capire le scritte che corredano la fotografia. Posso provare a immaginare – una lezione come quella che in Italia i vigili urbani fanno su come si attraversa la strada senza correre né creare pericolo, o una celebrazione dell’eroismo dell’esercito popolare, cioè del popolo, di tutti. Penso ai genitori che scelgono quell’asilo, chissà che ne pensano di quei soldati, chissà se gli interessa qualcosa o se sono tutte fisse mie.

    2 Responses to “Stories of the Bund – Kindergarten”

    1. MrPotts Says:

      Tra l’altro, quel “Rientro a casa” iniziale (capisco: semplifichiamo, non è quello il punto, ecc.) è come se desse il tono a tutto il resto.

    2. Sir Squonk Says:

      [Eh]

    Leave a Reply