< City Lights. Kerouac Street, San Francisco.
Siediti e leggi un libro

     

Home
Dichiarazione d'intenti
La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

Talk to me: e-mail

  • Blogroll

  • Download


    "Greetings from"

    NEW!
    Scarica "My Own Private Milano"


    "On The Blog"

    "5 birilli"

    "Post sotto l'albero 2003"

    "Post sotto l'albero 2004"

    "Post sotto l'albero 2005"

    "Post sotto l'albero 2006"

    "Post sotto l'albero 2007"

    "Post sotto l'albero 2008"

    "Post sotto l'albero 2009"

    "Post sotto l'albero 2010"


    scarica Acrobat Reader

    NEW: versioni ebook e mobile!
    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione mobi"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione mobi"

    Un po' di Copyright Creative Commons License
    Scritti sotto tutela dalla Creative Commons License.

  • Archives:
  • Ultimi Post

  • In and out
  • Per poter riderci sopra, per continuare a sperare
  • Sfumando
  • Srebrenica, 11 luglio
  • Gabo, e mio papà
  • “Vero?”
  • Madeleine
  • Scommesse, vent’anni dopo
  • “State andando in un bel posto, credimi”
  • Like father like son
  • June 2014
    M T W T F S S
     1
    2345678
    9101112131415
    16171819202122
    23242526272829
    30  

     

    Powered by

  • Meta:
  • concept by
    luca-vs-webdesign

     

    05/06/2014

    Il Canal Grande, quello vero

    Filed under: — JE6 @ 16:34

    Sono fermo al semaforo, tenendo il mare alle spalle. Aspetto che il verde ci permetta di attraversare la strada; là sulla destra il Caffè Tommaseo, quello che stai seduto in mezzo alle arie d’opera, a sinistra uno dei cento palazzi delle Generali. E’ in quel momento che mi sembra di capire Trieste, è in quel preciso momento in cui l’inquadratura mette insieme il Canal Grande e la chiesa greca e la chiesa cattolica e la chiesa serba e la sinagoga e le barche e gli spritz e le colline, e mentre guardo ascolto due donne che come me aspettano di attraversare la strada, parlano in una lingua slava addolcita buttando dentro ogni quattro o cinque frasi una manciata di parole in triestino, triestino vero anche nell’accento, è in quel momento lì, che ha dentro qualche millennio di storia e un numero imprecisato di guerre e morti e liberazioni e bottiglie di vino e libri e nobili e psichiatri e fortune dissipate e popi e babe, è in quel momento che il Canal Grande diventa quello vero, quello che taglia il Borgo Teresiano, quello che stai lì, appoggiato alla ringhiera sul ponte, e non vorresti muoverti più.

    [Che poi tout se tient, e quando riparto penso che solo a Trieste puoi dormire in un posto come la casa della Titti e della Gio, che è Trieste ma è New York e Tokio e Madras, tutto insieme, con due storie che ci vogliono troppi spritz per raccontarle – il che è un buon motivo per tornare]

    One Response to “Il Canal Grande, quello vero”

    1. Stella Says:

      Il vento attraversava I suoi lunghi capelli, mentre lontano qualcuno respirava del suo profumo!
      Le increspature del mare, sembravano donare dell.argento al dolce tramontare.
      Così, allontanandosi sentiva distaccare da sè il proprio cuore, era doloroso, era un rigetto in piena regola, impietoso del dolore, tracimava e squarciava e fuggiva attraversando confini. Si disse tra sè cosa potesse fare un corpo senza cuore!

    Leave a Reply