Lo spettacolo è assicurato
Ragazzi, Howard Beale ed il Chiarissimo. Senza ironia, giuro, è un piacere leggerli. Chez una parente del Chiarissimo.
PS – A me, questo Beale… mah.
22/10/2003
Capire il mondo
La consapevole difesa della propria intelligenza – e, mi spingo a dire, della propria dignità – è un’opera alla quale ciascuno si dovrebbe dedicare, chessò, almeno un’oretta al giorno. Una cosa tipo cento flessioni e dieci minuti di stretching per mantenere il tono muscolare, ecco.
Come, però, è faccenda complessa.
Tutto sommato, si fa in fretta a dire “leggi buoni libri, vai per musei, ascolta buona musica, guarda buoni film” e così via. Ma il dubbio che il libro che si sta leggendo, il museo che si sta visitando, l’album che si sta ascoltando, il film che si sta guardando, in altre parole le fonti di conoscenza e cultura alle quali ci si sta abbeverando non siano “buone” è un dubbio sempre più forte.
Da un lato perchè è – forse – impossibile definire il “buono” in sè, stabilire criteri qualitativi oggettivi. Per intenderci, c’è qualcuno che può argomentare che Bruce Chatwin è uno scrittore “migliore” di Paolo Villaggio (mia personale opinione: due a zero per Villaggio, ma conosco brutti ceffi che la pensano in modo del tutto diverso, poveri loro)?
Ma fin qui, siamo nel campo del trito e ritrito. Mi interessa di più pensare a ciò che è “buono” in quanto “utile”, se non altro a capire il mondo. E qui la confusione è massima. Mi serve guardare “L’isola dei famosi“, leggere “Il momento è catartico“, ascoltare “The Eminem Show” per capire dove cazzo sto vivendo?
Parlo volutamente di cose che mi fanno venire l’orticaria, e parlo volutamente di cose (scusate, “opere” mi pare davvero eccessivo, e “prodotti” comunque limitativo) che vengono viste, lette, ascoltate da milioni di persone in tutto e per tutto identiche al sottoscritto – alfiere della medietà contemporanea.
Io ho dei gran dubbi. Mi piacerebbe poter rispondere “no”, ma temo di dover rispondere “sì”. E voi, viandanti chez Squonk, che ne pensate?