A me un vocabolario, please
Riprendo un aspetto di alcune polemicuzze che hanno infestato la blogosfera negli ultimi tempi (e che, non senza qualche ragione, provocano repentini assopimenti): le parole che si usano, il vocabolario che viene impiegato.
D’accordo, ogni campo dello scibile umano ha il suo gergo: ieri sera, l’amabile conversazione fatta con un altro sciagurato che si occupa di marketing è stata per lungo tempo infarcita di inbound, planning e body rental; poi, grazie a Dio, si è aggregata una fotografa del fango, e abbiamo smesso di parlare come alieni (a dire il vero, abbiamo semplicemente cambiato lingua, finendo per usare quella informatico-bloggistica). Quindi, il sottoscritto – probabilmente – predica bene e razzola male.
Sarà per questo che il sottoscritto di cui sopra – ossimoro – ha deciso di sottoporsi ad una cura di Moretti (le parole sono importanti) e Carver (niente trucchi, per favore): per impedirsi di parlare, chessò, di io-scrivente e io-leggente senza nemmeno accorgersene.
February 9th, 2005 at 09:18
Beh, potevate anche mantenere il vocabolario, tanto lo capivo 🙂
(me le cerco, lo so…)
L’unica parola che dovreste evitare in mia presenza e’ “planning” perche’ mi ci hanno fatto una testa quadra l’anno scorso e adesso se lo sento mi viene l’orticaria 😛
February 9th, 2005 at 11:56
Il peggio è che non si realizza di come si sembra da fuori finché non ci si trova al cospetto di qualche non-blogger, che dopo un quarto d’ora diventa cianotico, a metà tra il suppliziato e il mortalmente annoiato.
O forse, il peggio e quando non lo si realizza neppure in quel caso…
February 9th, 2005 at 16:32
dio-scrivente
February 9th, 2005 at 23:08
Non è che mi faresti un esmpio di frase compiuta con io-scrivente o leggente 🙂
February 10th, 2005 at 11:15
Trovo che “inbound” sia comunque molto più erotico di “io-scrivente”.