Greetings from Bucharest – 4. Fumo di Romania
Immagino che Bucarest abbia vissuto una sua propria età dell’oro; lo si intuisce dalla maestosità e dalla grazia di certi palazzi, che non stonerebbero in Francia o in Germania. Non so se questa età dell’oro sia relativamente vicina nel tempo – cinquanta, sessanta, forse settant’anni – oppure se risale all’epoca delle crinoline e dei telefoni bianchi; bisognerebbe essere capaci di fare una di quelle analisi tipo “Carbonio 14”, prendere un muro di un edificio qualsiasi e scrostarlo della patina nera che ricopre quasi qualsiasi oggetto, come se in questo posto non piovesse mai e le poche gocce che scendono dal cielo fossero intrise di fuliggine e tristezza. Avete presente la faccia di un minatore? Ecco, Bucarest ha quella faccia. Come i minatori emana lampi di luce, sorride attraverso aiuole fiorite e cartelloni di Vodafone, ma ha i lineamenti scolpiti in un nero che non è soltanto sporco.