Il grande tiepido
Ieri sera, di ritorno dal Belgio. Ritrovo di sei superstiti del corso di laurea in Economia Aziendale del 1985. Arrivo quando gli altri cinque sono al dolce. Abbracci, pacche sulle spalle – alcuni di loro non li vedevo da più di dieci anni. Hai visto quella, ti ricordi quell’altra, e l’esame di organizzazione, e il professor A., eccetera. Mi fa piacere (ri)vederli, e anche provare un po’ di sana invidia per quello che è diventato managing director di una banca (belga, tu guarda le coincidenze) o per quello che si è comprato il kart (però ne ha già fuso il motore, ma non ti ha detto nessuno che non puoi andare sempre a tavoletta?).
Ma mi chiedo che cosa ci teneva insieme, oltre agli esami ed ai progetti, mi chiedo se riusciremo davvero a ritrovarci tra qualche mese intorno a quel tavolo da biliardo in provincia di Pavia, mi chiedo se la colla non si sia definitivamente seccata e adesso non tenga più, perchè non riesco a leggere tra le loro parole e nei loro occhi per capire chi e cosa e come sono adesso (e so che nemmeno loro riescono a farlo, con me). Però preferisco pensare che sia ancora (quasi) tutto possibile e almeno per una sera o per un giorno avere quaranta e vent’anni al tempo stesso.