Il sasso
L’uomo cammina sul marciapiede. E’ giovane, elegante, il vestito gli calza a pennello, la camicia perfettamente stirata, il nodo della cravatta ben stretto. Tiene con la mano sinistra una ventiquattrore di cuoio, con la destra il telefono all’orecchio. Ascolta. Ogni tanto interrompe il flusso di parole che gli arrivano con un “ho capito”, un “possiamo parlarne”, un “come vuoi”. Termina la telefonata in silenzio, infila il telefono nel taschino della giacca. Con la punta della scarpa sposta un sasso, prima a destra e poi a sinistra. Si china, prende il sasso in mano, lo soppesa con lo sguardo assente. Improvvisamente lo scaglia, con un movimento lungo e violento del braccio e una frustata del polso. Una ragazza che esce da un negozio vede il finestrino di una macchina parcheggiata infrangersi in cento pezzi, mentre l’uomo riprende a camminare.
November 16th, 2010 at 15:05
Come diceva Forrest Gump: “Penso che a volte non ci sono abbastanza sassi!”