Da dove vieni davvero
L’altra sera ero a cena con una decina di amici, di questi amici arrivati “dopo” – con il blog, il web, i socialcosi. Amici dei quali ti manca una parte enorme, ti manca com’erano da bambini, e da ragazzi, e quando si sono laureati o si sono svegliati con lo stomaco annodato per affrontare il loro primo giorno di lavoro. C’è una cosa che mi piace tanto del parlare con loro, mi piace sentire delle loro famiglie, dei posti dove andavano in vacanza quando avevano dodici anni, degli zii strani, delle cugine bellissime, dei paesi sconosciuti, dei nonni omerici. Ogni tanto mi piacerebbe conoscere il papà di questa e la mamma di quello, vedere se lui porta la barba e lei lo chignon, sentirne l’accento, trovarne le somiglianze, capire – vedendo l’altra faccia della luna – da dove vengono davvero queste persone che per me sono nate chi otto, chi cinque, chi un anno fa, da dove e da chi vengono, da dove e da chi sono scappate, a chi assomigliano e da chi hanno preso senza volerlo ammettere. Poi penso che in fondo è bello così, è bello sapere attraverso i racconti, poi magari un giorno chissà, capiterà di stringere una mano e dire buongiorno, sono S. , sono un amico di suo figlio, sì abito a Milano, sa che vi assomigliate proprio tanto.