Hai un dito nella f***?
Ecco a cosa serve aver scritto un discreto numero di grandi romanzi e almeno un capolavoro: a piazzare in un libro un buon numero di pagine che non sfigurerebbero in una rivista porno di serie B, e continuare ad essere considerato uno dei massimi scrittori viventi. Chapeau.
Philip Roth, “Il teatro di Sabbath“
September 6th, 2005 at 10:49
ma sua figlia lo sa che razza di libri legge, lei?
September 6th, 2005 at 11:15
Ho notato che il rientro dalla pausa estiva ti ha incattivito.
September 6th, 2005 at 11:21
Skunk: ma no, non mi pare proprio (in genere, poi, sono il tipo “un colpo al cerchio e uno alla botte” – almeno così dice il mio webmaster). E sia chiaro, che questo post è un omaggio a Roth, per il quale nutro sincera venerazione.
Herr: no, ovviamente, e tantomeno mia moglie. Il bello è che non lo so neanche io.
September 6th, 2005 at 15:32
Un giorno qualcuno che le vuol male, che so, un Acido Signore (ma non è vero) manderà queste righe a chi di dovere, e lei dovrà renderne ragione
September 8th, 2005 at 09:19
secondo me è il migliore di roth, ma proprio per quelle pagine non viene mai ricordato.
(non viene mai ricordato anche perchè di grandi libri ne ha scritti anche dopo).
September 8th, 2005 at 16:29
Bel libro, certo. Ma “Pastorale” e “Portnoy” sono di un altro livello, sideralmente più alto.
September 8th, 2005 at 20:43
ok sul romanzo si può discutere, ma la sua pagina più bella è l’ultima di “ho sposato un comunista”. senza meno.