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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
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    23/06/2003

    Filed under: — JE6 @ 21:51

    Arrivo secondo (ed è giusto così)
    C’è stato un periodo, forse un paio di mesi fa, durante il quale – per pure combinazioni – mi sono trovato a scrivere un paio di post e qualche commento, arrivando giusto qualche minuto prima del Colonnello Spiritum.
    Il mio amabile collega del Kolkhoz mi scrisse persino due simpaticissime righe, consigliandomi di prendermela un pochino più comoda, e facendomi notare che, insomma, non era bello rubare pensieri e parole solo perchè esco presto di casa la mattina.
    Da qualche tempo, il Colonnello Spiritum mi sta ripagando con la stessa moneta. E lo fa con post GLS (Gran Super Lusso: qualche autovettura la chiamano ancora così), come questo.
    Ora, io della Signorina Silvani non so dire niente di più e niente di meglio di quanto ha scritto il Colonnello.
    Diciamo la verità: in molti definirebbero la Signorina Silvani come una delle più pure espressioni della fuffa di formentiana memoria, ed altri vergherebbero dotte dissertazioni sugli ombelichi, citandola ad esempio.
    Errore, grave errore. La Signorina Silvani, se posso permettermi di correggere il Colonnello, è un’Attrice. E chi fa bene quel lavoro ha tecnica, mestiere, cultura. E sentimento. I primi tre si possono imparare, conquistare. L’ultimo, beh, è dono di nostro Signore, o di chi per lui. Lei, la Signorina Silvani, qualche tempo fa ha ricevuto un regalo. Indovinate quale.

    Filed under: — JE6 @ 13:03

    Not In My Back Yard
    Come già scritto in altro luogo, nelle vene del blog-manager di Squonk scorre sangue sardo. Cento per cento, son persino un po’ anemico, infatti. La premessa serve per dire che l’idea che la Sardegna divenga discarica ufficiale delle scorie nucleari italiane mi sorride decisamente poco.
    La storia mi pare ben riassunta in questo articolo di Giovanni Valentini (segnalato anche da Yaub, che dedica due post alla faccenda).
    Ora, la storia in questione è brutta e losca, specie se i vari conflitti di interessi descritti da Valentini sono veri e provati. Lo stupore e lo sconforto aumentano a dismisura, leggendo che l’Enea avrebbe a suo tempo individuato non meno di altri duecento siti possibili per lo stoccaggio di queste scorie. Di duecento, nemmeno uno in Sardegna (e nelle isole in generale).
    Però.
    Insomma, provo a mettermi nei panni di chi abita in prossimità di uno di quei duecento siti. Vorrei la pattumiera nucleare vicino a casa mia? Ma neanche per idea. Parteciperei a qualunque mobilitazione, raccoglierei firme, mi incatenerei alla cancellata del municipio, scriverei ai giornali. Farei esattamente ciò che stanno già facendo molte persone in Sardegna.
    Non sarei certo da solo. Farei parte di una ben più vasta compagnia, sicuramente. Anzi, di compagnie ce ne sarebbero altre centonovantanove, una per ciascun sito potenzialmente destinato a ricevere lo sgradito regalo.
    Allora, mettiamola così: posto che concordiamo sul fatto che la Sardegna sia l’ultimo posto dove scavare una gran fossa e buttare un po’ di sassi e fanghi radioattivi, come si sceglie e come si convince qualche altro migliaio di cittadini italiani (gente che ha gli stessi diritti/doveri dei sardi) a sedersi sotto il cartello “Caution – Radiation Area”?

    Filed under: — JE6 @ 11:21

    Di parchi, persone e possibile telepatia
    Bel post di B. Georg sui ritrovi degli immigrati (e su alcune assurde normative comunali), durante i giorni di festa, nella metropoli europea a nome Milano. Sempre per gli abitanti della città cun-el-coeur-in-man, Federico Rampini ha scritto un bell’articolo su Repubblica (in prima della cronaca milanese) di ieri.