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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
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    23/06/2003

    Filed under: — JE6 @ 11:21

    Di parchi, persone e possibile telepatia
    Bel post di B. Georg sui ritrovi degli immigrati (e su alcune assurde normative comunali), durante i giorni di festa, nella metropoli europea a nome Milano. Sempre per gli abitanti della città cun-el-coeur-in-man, Federico Rampini ha scritto un bell’articolo su Repubblica (in prima della cronaca milanese) di ieri.

    4 Responses to “”

    1. blackcat Says:

      E’ strano pensare che i ragazzi extracomunitari che lavorano con me (uno albanese e uno peruviano) abbiano detto che questa nuova multa per i raduni nei parchi è giusta! Era ora, mi dicono, che a quei (testuali parole) coglioni che fanno casino e rovinano la nostra razza, gli facessero letteralmente pagare i danni. Sono rimasta parecchio sgomenta…

    2. Squonk Says:

      La cosa si fa interessante. Mi pare di capire che queste persone vedono il rispetto dei luoghi non solo come una cosa “giusta in sè”, ma anche come un modo per farsi accettare dagli indigeni (noi, insomma). Mi sbaglio?

    3. blackcat Says:

      Non saprei. Carlos, il ragazzo peruviano, mi raccontava qualche settimana fa che anche loro erano soliti andare con fratelli, mogli e figli, ai barbecue-con-partitone-e-ballo-sfrenato della domenica, qui in zona Linate. Si lamentano del fatto che anche tra le loro comitive si sia instaurata una specie di pericolosa piccola “mafia”, con i mini boss di turno con fare distruttivo per ambiente e persone. Lui stesso ha rischiato di finire accoltellato perchè la bimba ha sbadatamente lanciato il pallone nel piatto di un conterraneo che stava mangiando. In effetti però, è una specie di “integrazione” con i nostri usi e costumi che, bisogna dirlo, un pò di xenofobia ce l’hanno sempre avuta, che da parte di un’etnia compatta come la sudamericana, mi lascia sempre più perplessa.

    4. Anonymous Says:

      Credo sia la vita “di comunità” ad essere complessa. I violenti, i cretini, i maleducati e i mattoidi esistono dappertutto; penso agli stadi, dove nella massa dei tifosi c’è sempre qualche gruppetto di deficienti che rovina la festa agli altri con atti di violenza e vandalismo. Forse sarebbe il caso che, nella stessa comunità, esistesse un servizio d’ordine interno che si preoccupasse di tener fuori o per lo meno a bada gli individui spiacevoli e di esortare alla pulizia.

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