Umano, troppo umano
Leggendo questo post di Massimo (e pensando alla mia – breve – esperienza berlinese) mi chiedevo se l’espressione “città a misura d’uomo” ha un senso e, a maggior ragione se lo ha l’espressione “città meno a misura d’uomo che si possa immaginare”.
Non so: cos’è, com’è fatto un luogo a misura d’uomo? La città, a differenza di un bosco o di una grotta, è un prodotto dell’uomo. E’ disegnata dall’uomo, è costruita dall’uomo, è abitata dall’uomo. Anche quando si prova una sensazione di invivibilità, quella è il frutto delle nostre azioni. Non riesco a immaginare un qualcosa che sia più “umano” di una città, ecco. Ma forse mi sfugge qualcosa.
Mantellini (feat. Wittgenstein)
December 4th, 2006 at 11:09
Però può capitare che a volte l’uomo sbagli nella sua opera di costruzione e crei qualcosa di molto lontano dal semplificargli la vita!
(Berlino, comunque, la voglio vedere!)
December 4th, 2006 at 11:22
ci sono momenti in cui l’uomo si identifica nell’oggetto che costruisce e le città sono a misura di quell’oggetto. a cose fatte si pensa “uh la peppa che squallore!” ma spesso è tardi e il massimo a cui si può aspirare è di assurgere allo stato di città “cool”, se non si può avere di meglio.
December 4th, 2006 at 11:39
dissento. berlino e’ una citta’ in cui io mi sono sentita bene anche quando andavo su e giu a piedi per karl marx allee – http://de.wikipedia.org/wiki/Karl-Marx-Allee_%28Berlin%29 – che di pèer se e’ parecchio autostrada urbana, ma i quartieri ai lati seppur imponenti possono ancora comunicare qualcosa.
bisognerebbe capire cosa si intende per non a scala umana, Kreuzberg e mitte sono calde, vive, sobbollono, tanto quanto e’ fredda e mette i brividi oranienburgher strasse e la sinagoga che c’e’ li’.
l’idea di una citta’ sventrata per dividerla, e poi il muro abbatutto per riunirla, passi divisi da 60 anni di storia e di vita; i vuoi urbani post bombardamenti e i muri nell’isola dei musei con ancora i segni delle pallottole sui muri di mattoni ad altezza uomo.
e’ una delle citta’ che trasudano umanita’ in ogni punto.
ma forse il parametro di misura della misura umana e’ diverso da persona a persona.
December 4th, 2006 at 12:27
precisazione (sollecitata dalla lettura delle ragioni di pm10): non mi riferivo a Berlino in particolare quanto al discorso su “città a misura d’uomo oppure no”
December 4th, 2006 at 12:29
Io, però, provavo a dire un’altra cosa: come può non essere a misura d’uomo una cosa (una città, appunto) che è completamente, intrinsecamente umana?
December 4th, 2006 at 14:27
credo di capire cosa intendi, ma umano e a misura d’uomo non sono la stessa cosa, come, ad esempio, madre e materna non sono la stessa cosa, o legale e giusto non sono la stessa cosa.
December 4th, 2006 at 14:38
Mettiamola così. L’uomo costruisce per sè. La città è costruita dall’uomo per l’uomo. Come fa a scappargli di mano, a non essere più su sua misura? Non è che le città sono così come sono perchè noi siamo così come siamo?
December 4th, 2006 at 15:15
“..Non è che le città sono così come sono perchè noi siamo così come siamo?” difficile pensare che gli abitanti di Mosca,
assomigliassero anche vagamente, a quell’idea politica che infelicemente sovraintendeva all’urbanizzazione di quella città.
December 4th, 2006 at 15:23
Le città sono così perché noi siamo come siamo: sì, penso di sì. E se si pensa che per andare da un posto all’altro si abbia bisogno di un coso satellitare che ti dice vai a destra e poi a sinistra si capisce che siamo sempre più capaci di costruire cose dentro le quali non sappiamo muoverci. E che ci fanno anche un po’ schifo, oltretutto.
December 4th, 2006 at 15:24
che quartieri con lo zen di palermo, o quarto oggiaro dei periodi peggiori fossero a smisura s’uomo era palese. ma la domanda e’ sempre piu’ granulare e la costruzione di qun quartiere troppo piena di competenze, se l’architetto progetta un quartiere con scuole, negozi e ufficio postale, e il progetto poi e’ di realizzazione pubblica e vengono costruite solo le abitazioni, ecco che colpa ha il progettista? e l’ente pubblico che edifica che interessa ha a non finire il progetto. etcetcetc.
palazzi affollati come alveari, e lunghi km, come corviale hanno molto di piu’ la dimensione di un formicaio o di un termitaio, che non la dimensione dell’essere umano
December 4th, 2006 at 15:29
La tua obiezione è un po’ sconsiderata, come ha già notato qualcuno. Secondo te qualsiasi cosa prodotta dall’uomo sarebbe “a misura d’uomo”: quindi anche Sharm el Sheik e la guerra in Iraq.
Quello che poi ti sfugge è la definizione di “città a misura di automobile”.
Detto questo, chiedo scusa per l’ovvia precisazione: ma io adoro Berlino.
L.
December 4th, 2006 at 15:46
D’accordo, forse c’era un po’ di provocazione fine a se stessa, ma non mi avete convinto del tutto (e poi, Luca, quella cosa della guerra in Iraq: di palo in frasca, eh?). Io credo che le città tedesche siano come sono perchè i tedeschi sono così come li conosciamo. E lo stesso si può dire di quelle italiane, e di quelle spagnole. Le case riflettono le persone, e vale a poco dire che sono state disegnate da questo o quell’architetto ed edificate da questo o quel geometra. C’è un’accettazione di fondo di ciò che ci sta intorno che determina l’essere “a nostra misura” di quelle città, con l’ovvia eccezione delle dittature, le quali fanno le città a misura del dittatore. La città a misura di automobile esiste in quanto i suoi abitanti quello vogliono che sia. Questo volevo dire, e non so se ci sono riuscito nemmeno questa volta.
Ah: Berlino è magnifica, e almeno su questo siamo tutti d’accordo, mi pare.
December 4th, 2006 at 17:05
Prima considerazione. A Berlino c’e’ spazio, tanto spazio, e vetro e polimeri, tanti, che ti viene il dubbio che sia stata costruita da una citta’ di automi teutonici e daltonici. E’ estesa come Londra e Tokyo, ma rimane ancora tanto spazio perfino dopo quasi tre lustri di costruzione e ricostruzione. E’ del tutto normale che possa straniare. Le bellezze di Berlino sono le vestigia che si trovano intersperse nel tessuto urbano.
Seconda considerazione. Berlino e’ stata quasi completamente rasa al suolo cinquant’anni fa.
Non so se ora sia piu’o meno a misura d’uomo di trent’anni o quarant’anni o sessant’anni fa – non ero ancora nato – ma ha quella strana capacita’ di porti domande. Datemi del terzista, ma credo che la verita’ si trovi a meta’tra quello che dice Luca e quello che dice Squonk. E’ una citta’ a misura d’uomo post-moderno. Che ci vuole a dirlo?