Deragliamenti
A poche pagine dal termine dell’ultimo libro di Alessandro Baricco [1], e prima di arrivare a leggere le sue conclusioni [2], continuo a pensare che il vero difetto del libro medesimo non sia l’arrivare con qualche ritardo a teorizzazioni più o meno fondate, bensì il titolo. Perchè Baricco è fin troppo uomo del nostro tempo per aver deciso di usare il termine “barbari” dandogli lo stesso significato attribuitogli dagli antichi greci e da San Paolo – stranieri: no, Baricco usa l’aggettivo sostantivato proprio come lo usiamo tutti, quotidianamente, per indicare i selvaggi, quelli che non solo non hanno cultura ma vogliono distruggere anche quella (superiore?) che incontrano sulla loro strada. La prima parola del libro lo indirizza, nell’atteggiamento e nel merito, facendo deragliare a ogni pagina le (molte) intuizioni giuste che lo riempiono.
Internetbookshop, Wikipedia
[1] Si pregano i lettori di evitare commenti da salotto buono della letteratura. C’è chi ascolta i Beatles e chi passa intere serate a guardare Celentano o Morandi, lo ricordo senza polemica.
[2] Che qui non saranno discusse, nemmeno dopo averle lette.