< City Lights. Kerouac Street, San Francisco.
Siediti e leggi un libro

     

Home
Dichiarazione d'intenti
La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

Talk to me: e-mail

  • Blogroll

  • Download


    "Greetings from"

    NEW!
    Scarica "My Own Private Milano"


    "On The Blog"

    "5 birilli"

    "Post sotto l'albero 2003"

    "Post sotto l'albero 2004"

    "Post sotto l'albero 2005"

    "Post sotto l'albero 2006"

    "Post sotto l'albero 2007"

    "Post sotto l'albero 2008"

    "Post sotto l'albero 2009"

    "Post sotto l'albero 2010"


    scarica Acrobat Reader

    NEW: versioni ebook e mobile!
    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione mobi"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione mobi"

    Un po' di Copyright Creative Commons License
    Scritti sotto tutela dalla Creative Commons License.

  • Archives:
  • Ultimi Post

  • Madeleine
  • Scommesse, vent’anni dopo
  • “State andando in un bel posto, credimi”
  • Like father like son
  • A ricevimento fattura
  • Gentilezza
  • Il giusto, il nobile, l’utile
  • Mi chiedevo
  • Sapone
  • Di isole e futuro
  • October 2007
    M T W T F S S
    1234567
    891011121314
    15161718192021
    22232425262728
    293031  

     

    Powered by

  • Meta:
  • concept by
    luca-vs-webdesign

     

    14/10/2007

    Greetings from Chicago – 4. Come al cinema

    Filed under: — JE6 @ 05:58

    La fregatura dell’aver conosciuto fin da piccoli l’America attraverso cinema e televisione è che si finisce per essere convinti – neanche troppo inconsciamente – di stare davanti allo schermo anche quando si è ormai a contatto fisico con l’oggetto delle nostre attenzioni. Così, lo stupore per quasi tutto – i grandi cartelloni luminosi dei teatri, le motrici degli autoarticolati, i serbatoi d’acqua sui tetti – non è generato da una qualsiasi qualità intrinseca di ciò che si osserva, ma molto più semplicemente dalla sua pura esistenza: ah, ma allora è tutto vero. Forse è per questo che non riesco a nascondere la delusione, chè all’orizzonte non si vedono sbucare nè la macchina dei Blues Brothers nè le cento pattuglie della polizia che li inseguono.

    2 Responses to “Greetings from Chicago – 4. Come al cinema”

    1. vic Says:

      Mettiti al volante ed esibisciti in qualche opportuna infrazione, può essere che come per incanto le pattuglie della polizia si materializzino (e al processo difenditi dicendo che sei sardo, hai visto mai).

    2. Catriona Says:

      Non ho messaggi per i Blues Brothers, ma se hai un quarto d’ora che ti avanza vai all’Art Institute. Se non l’hanno dato in prestito, avrai la possibilità di vedere uno dei più bei quadri del ‘900 e cioè Nighthawks di Edward Hopper, nonché dei bei Van Gaag (cit.) e un fantastico Caillebotte. Il museo, insomma, merita davvero una vista. Ah, che invidia….

    Leave a Reply