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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

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    24/02/2010

    Greetings from London ’10 – La misura perfetta

    Filed under: — JE6 @ 00:27

    Quando esco dalla fermata della metro di Earl’s Court guardo le ore sul display del telefono. Calcolo quanto sono stato fuori. Quattro ore. Nulla, in fondo – meno di mezza giornata in ufficio. Eppure non importa, non ho la sensazione che il tempo sia stato poco, che ce ne volesse ancora. L’ho capito poco prima, davanti all’abbazia di Westminster, quando mi è sembrato che fare anche un solo passo in più non sarebbe servito a nulla, che avevo avuto già tutto quello che avrei potuto desiderare dalla mia serata. Non ho sentito il bisogno di entrare in un altro pub, di andare a sentire musica, di buttarmi dentro HMV: magari la prossima volta, magari no, non importa. Penso che queste poche ore sono una metafora ben riuscita, spiegano tante cose che già so e che mi dimentico troppo spesso, che non è questione di quanto ma di come, che a volte bastare a se stessi – stare da soli e non sentire né il bisogno né la mancanza di nessuno – non è egoismo ma semplicemente ascoltarsi e ricaricare le proprie pile e coltivarsi per quel che si può e quel che si riesce. Passo l’incrocio con Warwick Road, sono arrivato.

    Greetings from London ’10 – Camminando

    Filed under: — JE6 @ 00:09

    L’ultima volta che sono stato a Londra, dieci mesi fa, c’erano il sole e il cielo azzurro e quel senso di ansia che la primavera inattesa si porta con sé. Oggi non fa freddo, non molto, e ha appena smesso di piovere, ed è quanto basta. Mansion House, Fleet Street, un pub per mangiare e bere e guardare due coppie – una di due colleghe che ridono e si battono il cinque, l’altra di lui con la chitarra in spalla e lei con i capelli rossi e la frangetta che lo guarda adorante -, e via fino a Charing Cross, e Trafalgar Square e Whitehall e Westminster e il Queen’s Walk fin sotto la grande ruota panoramica, camminando lento, una telefonata che senza dire niente dice tutto, la cassa che batte i quattro quarti, la pioggerella che inizia a scendere fresca sulla faccia mentre attraverso il ponte, la certezza di essere in una delle più belle città del mondo e che non serva altro che gli occhi per guardarla.