E i professori dell’altro ieri stanno affrettandosi a cambiare altare
Hai presente i tifosi delle squadre di calcio, i Tifosi con la maiuscola, quelli che quando guardano le partite hanno la giugulare grossa quanto un oleodotto russo? Quelli che al trentasettesimo del primo tempo “X è un cane, buttalo fuori, non ne fa una giusta, è il più scarso giocatore che abbiamo mai avuto nella storia” e al trentottesimo, subito dopo che X ha segnato, “te l’avevo detto, è un grandissimo, non tocca palla per tutta la partita ma quando serve c’è sempre, mai più senza”? Ecco, c’è questa cosa del Nord, la parte avanzata del paese, quella moderna, quella che anzi la modernità la guida, la detta, la plasma, e che al primo turno delle primarie del centrosinistra ha scelto Bersani. Certo, con qualche rilevante eccezione come il seggio nel quale ha votato Luca Sofri, ma insomma, ecco, non c’è una regione del Nord – una sola – dove Bersani non abbia vinto. E adesso oplà, i professori dell’altroieri cosa fanno? Puntano il ditino sulle regioni del centro, Toscana, Umbria, guardate guardate, le roccaforti rosse hanno scelto il nuovo, il futuro lo disegnano Spello e Pontassieve, date retta a noi. Io non so come finiranno queste primarie, non lo so davvero. Ma so che, se solo non fossi terrorizzato dall’idea della vittoria di Matteo Renzi, vorrei passare tutto lunedì sul divano a sentirmi i professori di dopodomani pontificare su un’altra piroetta di noi che andiamo a votare, l’ennesima che non hanno saputo prevedere, l’ennesima che non sanno spiegare.