Vado a vivere in campagna?
Non mi è infrequente la sensazione che molti articoli di Michele Serra siano appesantiti dalla necessità di fare il sociologo ogni giorno e per venti righe. Ciò nonostante, mi pare che la constatazione dell’incarognimento della vita in provincia, che ancora molti si ostinano a considerare come antidoto allo stress e alla spersonalizzazione della vita cittadina, sia piuttosto condivisibile. Ogni volta che mi stacco da Milano e vado, appunto, in provincia, mi viene da pensare “ecco, qui sì che si vive bene”; ma, come si sa, l’erba del vicino è sempre più verde.
Repubblica.it
February 1st, 2006 at 10:07
ho vissuto per 27 anni in una cittadina della provincia torinese, abbastanza vicina alla città da permettere un contatto e un confronto cospicuo e continuo, abbastanza distante da diventare un mondo a parte, con le sue regole e le sue sonnolenti abitudini. mi sono trasferita a Torino appena possibile, non solo per essere più vicina al lavoro, ma soprattutto perchè quella realtà mi stava davvero soffocando. non tornerei indietro mai, quando vado a trovare i miei e gli amici di là mezza domenica è sufficiente a riportarmi nel cuore quella lenta e appiccicosa malinconia. per questo, sono sempre diffidente e ironica verso chi, da cittadino doc, afferma con una certezza disarmante di volersi allontanare dalla città, per respirare aria pulita, per togliersi dall’inferno delle metropoli. credetemi, magari può andarvi benissimo. ma magari, invece, potreste scoprire che è una meravigliosa prigione dalle sbarre dorate. e lo dico con tutto l’affetto e con tutta la consapevolezza possibili.
February 1st, 2006 at 14:30
Soprattutto poi, bisogna tagliarla…
February 1st, 2006 at 16:39
La strada dell’inferno l’ha lastricata il vicino.
February 1st, 2006 at 16:43
All’improvviso, chissà perché, ho una strana paura addosso…
February 1st, 2006 at 16:43
ora, con qeusta dosa dell’erba, se la sente Fini
(e poi qui una volta era tutta campagna)