Da queste parti, peccando di scarsa originalità (peraltro, se l’originalità fosse diffusa, non sarebbe più tale) si scrive spesso – tra il serio e il faceto – di quei piccoli segni di disfacimento fisico e morale della nostra società: giornalisti che chiudono il tg mangiando polli arrosto, calzascarpe usati come complementi d’arredamento, bombolette spray di acqua minerale, scarpe in pelle di anguilla, Mozartkuegeln dietetiche, pratiche pubblicitarie e così via.
A scrivere queste cose si fa, ovviamente, la figura dei bacchettoni, degli intellettuali in sedicesimo che guardano solo de Oliveira e schifano il Grande Fratello, gente che davanti ai “sign ‘o the times” sbuffa e rotea gli occhi rimpiangendo l’Arcadia del bel tempo che fu.
Ora, io non escludo di essere così, un piccolo borghese ripulito e istruito. So però che mi capita di vedere trasmissioni dove si fronteggiano Francesco Speroni e Michele Serra, e quando uno dei due dice “beh, se le cose stanno così, io sono un bacchettone e non me ne vergogno” sento che ha ragione, sento che si può essere dentro il mondo senza mandare tutto in vacca, che si può vivere in un mondo decente perchè fatto anche di decenza senza essere dei puritani bigotti, che mi piacerebbe che tanti bambini assomigliassero più ai loro nonni che ai loro genitori. Ecco, l’ho detto, e adesso scusatemi, devo togliere questa parrucca da cortigiano del Re Sole perchè quando guido i boccoli mi danno fastidio.