Lo sputo e il the
Il fatto non è che “Sanremo è Sanremo”, qualunque cosa questo significhi. Anzi, il fatto è che Sanremo non è più Sanremo da un sacco di tempo, come ricorda – per la millesima volta – Michele Serra.
Così, per provare a restare a galla, questa grande festa paesana deve snaturarsi rimanendo se stessa. Deve gridare “yo!”, essere glamour e cool, essere “moderna” come lo era Warhol nel 1965, ma deve anche far sentire a loro agio i provinciali in doppiopetto e le matrone che si ricordano di Caterina Caselli. Deve scioccare e rassicurare, sputare in faccia e offrire il the con i biscottini.
Personalmente, dubito che questo esercizio di supremo equilibrismo sia possibile. Il che fa riflettere: non tanto su Sanremo, quanto sulle mille altre situazioni della vita sociale – certo più importanti – nelle quali la società stessa si spezza irreparabilmente in gruppi che hanno interessi e bisogni del tutto inconciliabili ma che, nonostante ciò, si tenta in ogni modo di tenere insieme, in uno sforzo costante e titanico di trovare un compromesso per tutto e per tutti. Sanremo non è più Sanremo, ma l’Italia è Sanremo ogni giorno.
February 28th, 2006 at 14:20
Guardi che non mi pare che lo sforzo sia poi così titanico. La matrona in doppiopetto che ti sputa mentre ti offre the con biscottini riesce tutt’altro che difficile.
February 28th, 2006 at 19:19
Sono pienamente d’accordo, per quanto riguarda sanremo. Trovare l’equilibrio è impossibile. Allora bisognerebbe avere il coraggio di fare una scelta: svecchiare il festival trasformandolo in uno spettacolo più giovane, vivace e irriverente? O mantenerlo statico e formale? Bonolis aveva scelto la prima opzione e, a mio avviso, la sua edizione di saremo è stata, a livello di spettacolo, la migliore degli ultimi anni. Panariello, a quanto pare, ha preferito cercare l’equilibrio impossibile. Risultato? Una pappetta insipida. A mio modo di vedere, ovvio.