Top priority
Anche se la teoria del “nell’amministrazione di una città non c’è nessuna priorità, perchè tutto ha priorità” mi lascia un po’ perplesso, preferisco di gran lunga il Sergio Cofferati visto ieri sera da Fazio a quello che scendeva in piazza contro l’articolo 18 – ma magari quello era il gemello, chi lo sa.
October 1st, 2007 at 19:41
mah! vedo che nessuno commenta, e allora smetto di astenermi e lo dico.
Non che il Cofferati eventualmente gemello mi abbia mai entusiasmato, però la storia che tutto è prioritario mi pare una scemenza (comoda).
Ho visto anche io l’intervista, e proprio trovo sbagliato che un sindaco (ma pure un politico generico) non possa dire a gruppi o cittadini singoli — a volte — che la loro richiesta (protesta, esigenza…) non è una priorità, perchè ci sono altre cose più … (urgenti, tragiche, giuste…). Deve, oserei dire, a volte. Che non significa chiudere le orecchie e le comunicazioni con chi tenta di mettere un tema in agenda.
Altrimenti, paradossalmente, le agende le costruisce chi urla di più, e oggi la (non)priorità sarebbe quella del V-day. Tutti affanculo. E non mi pare il caso …
October 2nd, 2007 at 11:48
Ribadisco, anche a me la teoria lascia perplesso. L’ho interpretata così, considerando il bicchiere mezzo pieno: non possiamo e non vogliamo lasciare indietro nulla e nessuno. I problemi “piccoli” sono quelli che più frequentemente toccano la vita dei cittadini, e dargli una priorità bassa significa non prendersi cura di questa vita: quindi bisogna mettere a posto i tombini, far pulire le strade tre giorni su sette invece che due, eccetera. Poi ci sono i grandi problemi, che – in quanto tali – non possono non essere affrontati. Ma bisogna farlo “in parallelo”. Ecco, il ragionamento sembra sensato: che poi si riesca a metterlo in pratica, beh, questo è un altro discorso.