Una mattina di luglio, nella periferia di Milano
Poco fa, uscendo di casa – erano le sette – mi sono guardato in giro e c’era un cielo cupo e nero verso ovest, verso il Piemonte. Ma c’era anche una specie di buco tra le nuvole in direzione delle Prealpi bergamasche, e da quel buco veniva fuori un sole nordico, luminoso anche se non caldo. Il giardino era un po’ più verde del solito, grazie alle piogge di questi giorni, e non so perchè ma mi sono tornate in mente certe mattine di parecchi anni fa, quando ci trovavamo all’alba per salire ai rifugi delle Dolomiti di Brenta, e l’atmosfera era un po’ la stessa. Ho salutato il mio dirimpettaio di box, sono salito in macchina, ho guardato le pozzanghere nelle quali si riflettevano i palazzi del mio quartiere, ho visto le cime delle montagne – perchè sì, da casa mia si vedono le montagne, e a volte questa è proprio una cosa che non ha prezzo – è partito un cd che avevo lasciato ieri sera, un vecchio rock ‘n’ roll dei Dire Straits, e ho pensato che la vita in città può non essere così brutta e grigia come la si dipinge, dipende (quasi) tutto da come ci si sente. Adesso, sotto le finestre del mio ufficio, un TIR sta caricando; però, tra i cavi degli elettrodotti, si vedono le montagne anche da qui.
July 14th, 2008 at 12:32
Lei non ci crederà (così come non c’ho creduto io quando ho letto questo post), ma stamattina – con tutto che non ero a Milano, ma in Val Tidone, ho visto quella stessa luce e ho pensato proprio la medesima cosa (sostituire Fassa con Brenta, va’).
July 14th, 2008 at 13:39
ma è pure che sono giorni poetici …
(sia detto senza ironia, e con riferimento anche al post marino)