Exit
Entrare nella vita di una persona è un po’ come entrarle in casa. Ti può capitare di trovare la porta aperta, fai un primo passo, poi magari ne fai un altro e un altro ancora, e quasi senza accorgertene ti trovi – col consenso del padrone – a girarla tutta, e ti siedi sul divano, e guardi fuori dalla finestra, e dai un’occhiata nemmeno troppo imbarazzata dentro quel cassetto lasciato mezzo aperto. Capita che visiti quella casa ogni giorno, a volte ti ci fermi a lungo e a volte un po’ meno, resti a mangiare, parli del più e del meno e parli anche di qualcosa che va al di là del come stai e cos’hai fatto oggi. Ma il tempo passa, e non ci sono molte possibilità: o in quella casa ti fermi, oppure – impercettibilmente ma inesorabilmente – passi dallo starci un giorno a starcene mezzo, e poi tre ore, e poi due e insomma ci siamo capiti. Il cassetto rimane chiuso, sull’appendiabito vedi una giacca che non è tua e nemmeno del padrone, e allora fai un passo indietro, e poi un altro e un altro ancora, ti inventi un impegno, una telefonata da fare, non vuoi essere di troppo, non vuoi essere inopportuno, non vuoi fare domande. Essere amici, voler bene – e tanto – ad una persona significa saper uscire, pensi. Ed è quello che fai, accompagnando la porta.
November 24th, 2008 at 22:28
e magari te ne vai proprio quando si ha bisogno di te.
November 24th, 2008 at 22:34
Oh beh, quello dipende dal padrone, no?
November 25th, 2008 at 09:00
mmmm
no.
November 25th, 2008 at 09:35
Beh, un po’ sì. Forse non del tutto, ma un bel po’.
November 25th, 2008 at 09:39
Secondo me se si è davvero amici non si smette mai di esserlo. Si trovano modi diversi e più adeguati, che magari consistono nel vedersi meno.
November 25th, 2008 at 09:45
le cose iniziano, le cose finiscono. Tutti siamo stati da una parte o dall’altra
November 25th, 2008 at 10:03
Lester, esatto. Qui, infatti, non si parla di andarsene recidendo qualsiasi legame.
November 25th, 2008 at 11:14
Essendo io distratto, mi perdo molto spesso le persone per strada, le cose, le chiavi di casa, i numeri di telefono, le strade stesse. Anche io ultimamente ho perso una persona cara, poi l’ho ritrovata. Stava in frigo. Almeno la testa, intendo. Il resto del corpo vai a capire.
Vi ho già detto che sono distratto?
November 25th, 2008 at 11:43
ussignù achi’….
io ho imparato che li perdi, se non li curi. e quando li perdi, non serve a niente dire “si però è stato lui/lei a non cercarmi più…”
anche se a volte, è bene lasciarli andare. forse, forse è questo che intendi ser’?