“Averle perse tutte, le speranze, gli dette la stessa pace che averle tutte intatte”*
Forse a qualcosa è servito abituarsi, essere caduti dalla padella dei quadri- e dei pentapartiti nella brace di quasi vent’anni di Berlusconi, berlusconidi e berlusconismi restando comunque vivi, è servito aver messo in fila Formentini, Albertini e Moratti (e Dalla Chiesa, Fumagalli, Ferrante) restando cittadini milanesi che votano confidando nel fatto che l’alternanza al governo non sia solo un’ipotesi di scuola. Perché c’è questa paura di prendere un’altra sberla, quella che arriva quando ti aspetti un sorriso e quindi fa molto più male, c’è questo guardare al clamoroso campionario di prese in giro e dietro-front e balle e cialtronerie assortite (le multe, l’Ecopass, la Zingaropoli, la più grande moschea del mondo mondiale verso l’infinito e oltre) dicendosi scuotendo la testa “sai cos’è? E’ che le daranno retta”, c’è questo impedirsi non tanto di essere contenti, ma di avere fiducia, c’è questo provare a non portarsi sfiga prevedendo il peggio, c’è tutto questo che ci fa stare così: sereni.
* Riccardo Bacchelli, dice Wikiquote.