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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla. (Gabriel Garcia Marquez)
Quello che non capisco e’ la motivazione che ha portato Giulio ad accettare una proposta simile.
Escludiamo il denaro. Escludiamo il successo.
Cosa rimane?
P.S. Dimenticate il bacino di utenza ciellino: “Giulio! Giulio1 Giulio!” (qualche meeting di Rimini fa)
Vede, Sir, c’è un retroscena interessante che può aver determinato la scelta del testimonial.
Le racconto quindi qua, dove leggiamo in pochi intimi, una storiella abbastanza interessante, poi tragga lei le sue conclusioni.
Le sconsiglierei però di farci un post, visti i soggetti coinvolti.
Probabilmente ricorderà la famosa gara per le concessioni UMTS.
All’epoca TRE ancora non esisteva: c’era un consorzio, che si chiamava Andala, che comprendeva come principali attori Tiscali e alcune banche. Posso darle qualche notizia da insider perchè all’epoca ero consulente di detta azienda a livello direzionale. Non so se inquadra temporalmente l’evento, ma era il periodo in cui Hong Kong ritornava alla Cina. Fu proprio allora che si fecero avanti i signori di Hutchinson-Wampoa Europe, che già avevano avuto un discreto successo in Inghilterra appunto con l’UMTS, definita “telefonia cellulare di terza generazione”. I signori in questione erano cinesi di Kowloon (definirlo un quartiere di Hong Kong sarebbe riduttivo, come dire che Manhattan è un quartiere di New York).
Quando la delegazione della H-W E. arrivò a Villa Satta (villone ottocentesco, all’epoca sede, non solo amministrativa, di Tiscali) ero presente, e pensai di essere finito sul set di un film di John Woo: tre limousine nere, più due SUV ugualmente neri, dai quali non facevano che uscire cinesi vestiti come l’agent Smith (o le Iene, se preferisce) con auricolari e Oakley parimenti neri d’ordinanza: pareva quel numero al circo quando da una seicento sbucano ventotto clowns.
Poi, ma molto poi, scese il boss (non saprei come definirlo altrimenti), accompagnato da uno stuolo di vicepresidenti, alcuni dei quali suoi figli o nipoti. Insomma, la Hutchinson-Wampoa divenne la maggiore azionista di Andala, poi diventata H3G, proprietaria del marchio TRE e in origine doveva probabilmente chiamarsi TRIAD, ma poi la cosa dev’essere sembrata troppo, come dire, sfacciata.
Qualche ricerca sui personaggi coinvolti, all’epoca, rafforzò la mia convinzione (si sa d’altronde che il business delle lavanderie è tradizionale, per i figli del fu celeste impero).
Quindi, che abbiano scelto Belzebù come testimonial a me non pare affatto strano, ma un semplice riconoscimento della sua levatura e dell’ammirazione che con tutta verosimiglianza per Lui si nutre colà.
Una sorta di apparentamento insomma.
Poi, se vuole evitare querele, cancelli pure (oddio stavo per mettere uno smiley), la capisco benissimo.
Isnt, anche quello è un bel fenomeno, in effetti.
Ma, sul serio, dato che la scelta di un testimonial è (o dovrebbe essere) frutto di ricerche abbastanza approfondite, vedere il Divo Giulio in quello spot fa riflettere sull’audience, più che sull’azienda.
Lo zio Giulio è presente nelle nostre vite da tanto tempo. Rappresenta tradizione, serenità sicurezza, affidabilità, robustezza. E poi è tanto simpatico.
La storia raccontata da Gilgamesh sembra l’inizio di un film di John Woo.
Titolo per il promo (e per il post) poteva essere La bbona, il brutto e il cattivo.
La cosa che più mi ha colpito dello spot è che ci può essere un solo motivo che può aver spinto Andreotti ad accettare: un disperato bisogno di soldi. Evidentemente le sue disavventure giudiziarie lo hanno prosciugato fino all’osso.
Oh ma mi sono informata sugli emolumenti di Giulio: è la prima cosa che ho fatto! Anche io pensavo, povero, con tutti i collegi di difesa che ha sfamato sarà rimasto senza un centesimo. Maddài, lui è sempre ricco ma, mettendosi evangelicamente all’ultimo posto, il bottino UMTS lo sta diabolicamente versando in beneficenza. Sir, conosco una persona che ha rescisso il contratto 3 il giorno dopo aver visto la pubblicità. Non farà numero, ma son soddisfazioni…
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November 15th, 2005 at 10:42
lei lo sa: quando fa un titolo così io potrei metterla sull’altarino
November 15th, 2005 at 11:45
effettivamente le orecchie tendono un po’ a deformare lo schermo
November 15th, 2005 at 12:10
fantastico il titolo!
November 15th, 2005 at 18:29
Quello che non capisco e’ la motivazione che ha portato Giulio ad accettare una proposta simile.
Escludiamo il denaro. Escludiamo il successo.
Cosa rimane?
P.S. Dimenticate il bacino di utenza ciellino: “Giulio! Giulio1 Giulio!” (qualche meeting di Rimini fa)
November 15th, 2005 at 19:35
Io, altrettanto francamente, credo di no.
November 15th, 2005 at 20:38
Vede, Sir, c’è un retroscena interessante che può aver determinato la scelta del testimonial.
Le racconto quindi qua, dove leggiamo in pochi intimi, una storiella abbastanza interessante, poi tragga lei le sue conclusioni.
Le sconsiglierei però di farci un post, visti i soggetti coinvolti.
Probabilmente ricorderà la famosa gara per le concessioni UMTS.
All’epoca TRE ancora non esisteva: c’era un consorzio, che si chiamava Andala, che comprendeva come principali attori Tiscali e alcune banche. Posso darle qualche notizia da insider perchè all’epoca ero consulente di detta azienda a livello direzionale. Non so se inquadra temporalmente l’evento, ma era il periodo in cui Hong Kong ritornava alla Cina. Fu proprio allora che si fecero avanti i signori di Hutchinson-Wampoa Europe, che già avevano avuto un discreto successo in Inghilterra appunto con l’UMTS, definita “telefonia cellulare di terza generazione”. I signori in questione erano cinesi di Kowloon (definirlo un quartiere di Hong Kong sarebbe riduttivo, come dire che Manhattan è un quartiere di New York).
Quando la delegazione della H-W E. arrivò a Villa Satta (villone ottocentesco, all’epoca sede, non solo amministrativa, di Tiscali) ero presente, e pensai di essere finito sul set di un film di John Woo: tre limousine nere, più due SUV ugualmente neri, dai quali non facevano che uscire cinesi vestiti come l’agent Smith (o le Iene, se preferisce) con auricolari e Oakley parimenti neri d’ordinanza: pareva quel numero al circo quando da una seicento sbucano ventotto clowns.
Poi, ma molto poi, scese il boss (non saprei come definirlo altrimenti), accompagnato da uno stuolo di vicepresidenti, alcuni dei quali suoi figli o nipoti. Insomma, la Hutchinson-Wampoa divenne la maggiore azionista di Andala, poi diventata H3G, proprietaria del marchio TRE e in origine doveva probabilmente chiamarsi TRIAD, ma poi la cosa dev’essere sembrata troppo, come dire, sfacciata.
Qualche ricerca sui personaggi coinvolti, all’epoca, rafforzò la mia convinzione (si sa d’altronde che il business delle lavanderie è tradizionale, per i figli del fu celeste impero).
Quindi, che abbiano scelto Belzebù come testimonial a me non pare affatto strano, ma un semplice riconoscimento della sua levatura e dell’ammirazione che con tutta verosimiglianza per Lui si nutre colà.
Una sorta di apparentamento insomma.
Poi, se vuole evitare querele, cancelli pure (oddio stavo per mettere uno smiley), la capisco benissimo.
November 16th, 2005 at 03:17
Quello che mi infastisce di più io l’ho messo a fuoco poco a poco: Amendola con i suoi equilibrismi politici prezzolati.
November 16th, 2005 at 09:50
Isnt, anche quello è un bel fenomeno, in effetti.
Ma, sul serio, dato che la scelta di un testimonial è (o dovrebbe essere) frutto di ricerche abbastanza approfondite, vedere il Divo Giulio in quello spot fa riflettere sull’audience, più che sull’azienda.
November 16th, 2005 at 10:30
Lo zio Giulio è presente nelle nostre vite da tanto tempo. Rappresenta tradizione, serenità sicurezza, affidabilità, robustezza. E poi è tanto simpatico.
La storia raccontata da Gilgamesh sembra l’inizio di un film di John Woo.
Titolo per il promo (e per il post) poteva essere La bbona, il brutto e il cattivo.
November 16th, 2005 at 11:02
questa ormai è vecchia: mi dica coda pensa da markettaro dello spot radiofonico della citroen (io adoro la francia e mi irrita cmq, chissà gli altri)
November 16th, 2005 at 11:05
Ascolto molto poco la radio, non so di cosa mi parla, purtroppo.
November 16th, 2005 at 11:34
La cosa che più mi ha colpito dello spot è che ci può essere un solo motivo che può aver spinto Andreotti ad accettare: un disperato bisogno di soldi. Evidentemente le sue disavventure giudiziarie lo hanno prosciugato fino all’osso.
November 16th, 2005 at 16:13
Oh ma mi sono informata sugli emolumenti di Giulio: è la prima cosa che ho fatto! Anche io pensavo, povero, con tutti i collegi di difesa che ha sfamato sarà rimasto senza un centesimo. Maddài, lui è sempre ricco ma, mettendosi evangelicamente all’ultimo posto, il bottino UMTS lo sta diabolicamente versando in beneficenza. Sir, conosco una persona che ha rescisso il contratto 3 il giorno dopo aver visto la pubblicità. Non farà numero, ma son soddisfazioni…