Derive
Continuo ad essere convinto che Report sia un’ottima trasmissione, resa ancora più preziosa dal fatto di essere una delle pochissime a praticare il famoso “giornalismo d’inchiesta”. Però mi sembra di notare una specie di deriva in stile “Mi manda RaiTre”, sia nei toni che nella descrizione dei fatti.
Ieri sera, ad esempio, parlando dei bilanci Parmalat, gli autori del servizio hanno puntato l’indice su Deloitte ma non hanno parlato di Grant&Thornton; a quanto mi ricordo, la prima certificava il bilancio consolidato del gruppo, ma la seconda aveva l’incarico per i bilanci delle società operative – cioè quelli dove effettivamente si nascondevano le frodi; e la differenza, non occorre essere degli esperti di finanza o di contabilità, non è di poco conto.
Sempre ieri sera, tanto gli autori dell’inchiesta quanto la Gabanelli si sono mostrati grandemente scandalizzati per quello che, secondo loro, è l’iniquo trattamento che le compagnie assicurative riservano alle donne quando queste iniziano a riscuotere le rate delle loro pensioni integrative (per farla breve: a parità di condizioni di età e di versamenti, un uomo riscuote mensilmente una somma maggiore rispetto ad una donna, che ha però un’aspettativa di vita decisamente più elevata e quindi, presumibilmente, incasserà una somma più piccola ma per un periodo di tempo più lungo), senza spiegare che, se non si applicano cautele di questo tipo, si fa facilmente la fine dell’INPS.
Insomma, a me la Gabanelli continua a piacere – e molto; non vorrei vederla trasformata in un clone di Lubrano, di Vianello o – Dio ci scampi – di Anna Bartolini.