Come in un film
Sono passati vent’anni, un certo numero di generazioni di cittadini indiani sono state rovinate, i danni all’ambiente (come quelli sulle persone) sono in parte certi, in parte ancora da determinare, e comunque gravissimi.
Però, finalmente, la Dow Chemical ammette che la catastrofe di Bhopal è colpa sua, e stanzia 12 miliardi di dollari (circa 9 miliardi di euro) come risarcimento.
Non credo che la storia sia finita, no; i morti non torneranno in vita, le malattie non guariranno, forse la cifra pro-capite sarà irrisoriamente modesta. Però, in questo momento, sembra di assistere ad uno di quei drammoni legali americani, un po’ film d’azione e un po’ courtyard movie, dove c’è l’avvocato idealista che, alla fine, riesce ad incastrare il grande cattivo. Insomma, parlare di happy end è davvero improprio, ma questa sembra una buona notizia.
Repubblica.it
December 3rd, 2004 at 12:04
Ora speriamo che pensino anche a noi bambini del triclorofenolo.
(Brigate Seveso ’76)
December 3rd, 2004 at 13:29
Ricordo che mio padre andava a fare servizio di pattuglia a Seveso. Portò a casa alcune tute e maschere che lui e i suoi colleghi dovevano indossare: per farle vedere a me e mia mamma, per ricordo, non so.
All’epoca avevo dieci anni, quella roba mi sembrava venire dritta da un film di fantascienza; probabilmente era solo abbigliamento fatto con una versione evoluta della carta velina.
December 3rd, 2004 at 14:38
Le tutine bianche, le giacche a vento di carta, quanti ricordi. Ora sarebbero oggetto di culto.
December 3rd, 2004 at 15:34
E ahimè, quella del risarcimento era solo una bufala 🙁
E la poca eleganza di Repubblica.it è assoluta: basta vedere cosa c’è adesso nella pagina che linki 🙁
December 4th, 2004 at 23:34
Vent’anni di vergogna
Si chiamano the yes men, e potresti diventare anche te uno di loro, correggendo l’identità di qualche responsabile delle organisazzioni-profit. L’ultima “vittima” la Dow Chemical, che vent’anni dopo Bhopal si sente dire alla BBC che pagano un risa…