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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla. (Gabriel Garcia Marquez)
Il titolare, qui, domani (mercoledì) pomeriggio vorrebbe fare un salto a vedere l’Andy Warhol Show alla Triennale. Qualcuno l’ha già visitato? Vale la pena?
Ci potevi venire con me l’altro sabato, no? A mio parere la mostra è un po’ povera e anche l’allestimento non brilla. Ci sono sicuramente più foto che opere, ma anche le foto – senza un minimo di commento su chi siano i personaggi ritratti con Warhol – dicono poco. Complessivamente appena sufficiente, la apprezzerai di più se conosci un po’ di storia della pop art o dell’arte contemporanea americana di quel periodo.
Non prendere l’audioguida che non serve a niente, si limita a ripetere quello che trovi scritto sui pannelli.
Ci sono stato anch’io, un mese fa. Confermo quello che ha scritto Carlo. Per assurdo, erano più interessanti i testi che riportano il Wahrol-pensiero che le opere.
Ma forse è solo questione di “gusti”.
Ah. Comunque, nel pomeriggio – finalmente in ferie – non ho di meglio da fare.
Quanto a lei, caro Brodo, non ho ancora i dettagli della sua fitta agenda, mi perdoni.
Io invece, pur avendola vista reduce recente dal Wharol Museum di Pittsburgh e dagli altri classici musei di arte moderna della zona NY/Washington, ho trovato l’allestimento molto ben fatto, interessante per la disposizione “tematica” e non in ordine cronologico, e non condivido la critica che ci siano poche opere, che anzi ho trovato abbastanza numerose e sopratutto rappresentative di tutte le fasi della produzione di Wharol.
Mafe dice: “erano più interessanti i testi che riportano il Wahrol-pensiero che le opere”… non così assurdo secondo me, Wharol è stato fondamentale per la spinta che ha dato all’arte esistente, rivoluzionando il concetto di arte e portandolo alle estreme conseguenze, se non si tiene conto di questo e si guardano le sue opere “in quanto tali” è inevitabile a parer mio rimanere delusi. (e infatti, ma qui vado nel personalissimo usto personale, ritengo Wharol un po’ sopravalutato e sopratutto fatico a perdonargli di -iperbole- aver ucciso l’arte)
Le opere ci sono, ma ne mancano molte fondamentali. La disposizione tematica è una buona idea realizzata male, basta vedere come hanno trattato il periodo “Death and Disaster” che invece è stato importantissimo. L’apparato critico è praticamente inesistente e anche i titoli delle opere, ridotti a francobollo. Rispetto alla mostra organizzata alla Andy Warhol Foundation a NY due-tre anni fa oppure a Super Warhol l’anno scorso a Montecarlo secondo me non c’è gara.
ah sì, grandioso, kiefer (e poi così si vede anche un po’ di bicocca, che non è una cosa qualunque). io, il baretto della triennale, lo preferivo prima, tutto scrauso, che ci facevano le feste di compleanno dei bambini.
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December 28th, 2004 at 23:07
Ci potevi venire con me l’altro sabato, no? A mio parere la mostra è un po’ povera e anche l’allestimento non brilla. Ci sono sicuramente più foto che opere, ma anche le foto – senza un minimo di commento su chi siano i personaggi ritratti con Warhol – dicono poco. Complessivamente appena sufficiente, la apprezzerai di più se conosci un po’ di storia della pop art o dell’arte contemporanea americana di quel periodo.
Non prendere l’audioguida che non serve a niente, si limita a ripetere quello che trovi scritto sui pannelli.
December 29th, 2004 at 08:15
Ci sono stato anch’io, un mese fa. Confermo quello che ha scritto Carlo. Per assurdo, erano più interessanti i testi che riportano il Wahrol-pensiero che le opere.
Ma forse è solo questione di “gusti”.
December 29th, 2004 at 08:17
Ah. Comunque, nel pomeriggio – finalmente in ferie – non ho di meglio da fare.
Quanto a lei, caro Brodo, non ho ancora i dettagli della sua fitta agenda, mi perdoni.
December 29th, 2004 at 10:25
Io invece, pur avendola vista reduce recente dal Wharol Museum di Pittsburgh e dagli altri classici musei di arte moderna della zona NY/Washington, ho trovato l’allestimento molto ben fatto, interessante per la disposizione “tematica” e non in ordine cronologico, e non condivido la critica che ci siano poche opere, che anzi ho trovato abbastanza numerose e sopratutto rappresentative di tutte le fasi della produzione di Wharol.
Mafe dice: “erano più interessanti i testi che riportano il Wahrol-pensiero che le opere”… non così assurdo secondo me, Wharol è stato fondamentale per la spinta che ha dato all’arte esistente, rivoluzionando il concetto di arte e portandolo alle estreme conseguenze, se non si tiene conto di questo e si guardano le sue opere “in quanto tali” è inevitabile a parer mio rimanere delusi. (e infatti, ma qui vado nel personalissimo usto personale, ritengo Wharol un po’ sopravalutato e sopratutto fatico a perdonargli di -iperbole- aver ucciso l’arte)
December 29th, 2004 at 10:26
Ho scritto “Mafe” al posti di “Vinicio”. Mi sto preoccupando, io ho davvero letto “Mafe” in calce a quel commento.
December 29th, 2004 at 10:48
Brutta. La curatrice è da strozzare, lui (il co-curatore) un po’ meglio. Un dettaglio per dare un’idea : metà delle fotografie non hanno disdacalia.
December 29th, 2004 at 11:19
Le opere ci sono, ma ne mancano molte fondamentali. La disposizione tematica è una buona idea realizzata male, basta vedere come hanno trattato il periodo “Death and Disaster” che invece è stato importantissimo. L’apparato critico è praticamente inesistente e anche i titoli delle opere, ridotti a francobollo. Rispetto alla mostra organizzata alla Andy Warhol Foundation a NY due-tre anni fa oppure a Super Warhol l’anno scorso a Montecarlo secondo me non c’è gara.
December 29th, 2004 at 11:25
SMS, mentre mangiavamo il polletto cingalese le avevo illustrato con dovizia di particolari tutto il programma del weekend. Vedo che lei ha rimosso.
December 29th, 2004 at 11:28
Ero impegnato a sopravvivere al polletto medesimo, cerchi di capirmi.
December 29th, 2004 at 14:25
Ale, la cosa è triplamente sconvolgente: ho davvero il brutto vizio di fare più attenzione ai testi che alle opere, anche alle mostre 🙂
December 29th, 2004 at 17:49
onestamente è meglio andare all’hangar bicocca per le torri di kiefer. c’è meno fila. anche se il baretto della triennale ha sempre il suo perché…
December 29th, 2004 at 19:21
ah sì, grandioso, kiefer (e poi così si vede anche un po’ di bicocca, che non è una cosa qualunque). io, il baretto della triennale, lo preferivo prima, tutto scrauso, che ci facevano le feste di compleanno dei bambini.