L’uomo era seduto sullo sgabello, le posate di plastica in una mano, l’ultimo numero dell’Economist nell’altra e di fronte un trancio di pizza al prosciutto che andava raffreddandosi.
Guardava fuori dalla finestra del piccolo locale. Nel buio della sera riusciva a vedere un semaforo, un muro, alcuni cartelloni che annunciavano un futuro di gioia e prosperità. Pensò al giorno che stava finendo. Un anziano signore morto improvvisamente; una bimba molto piccola portata d’urgenza in ospedale (signora, potrebbe essere una cosa da nulla o una cosa gravissima, adesso non sappiamo), una giovane donna in attesa dei ferri chirurgici. Tutto in un giorno. La vita è bella. Dicono.
Il deejay della radio annunciò che avrebbe passato, di lì a poco, una serie di vecchi grandi successi. L’uomo buttò un occhio alla fotografia del presidente brasiliano. Partì la musica.
For long you live and high you fly
But only if you ride the tide
And balanced on the biggest wave
You race towards an early grave.
L’uomo riportò al banco il piatto ancora pieno e le posate di plastica. Piegò il giornale, se lo mise in tasca, e uscì.