Sotto il portico
Sono le due di notte quando, avendo rinunciato a prendere sonno, mi alzo, apro le tende e guardo fuori dalla finestra. La via, strangolata dal traffico dall’alba a sera inoltrata, è vuota e muta. Giusto una macchina e uno scooter parcheggiati. In un angolo del lungo portico che costeggia la stazione un corpo si gira sotto una grossa coperta rosa. In un altro anfratto, tre persone spostano cartoni e stracci e scatole. Qualche ora fa faceva freddo, provo a immaginare quanto possa esserlo adesso. Finalmente trovano un accordo sulla sistemazione comune. Torno a letto, scrivo una decina di righe; penso che qui dentro dovrebbero regolare meglio il termostato.