Non so se capita anche a voi, ma ogni volta che vedo un servizio fatto in occasione di uno dei vari festival del cinema (chessò, Venezia, Cannes, Berlino) rimango affascinato dalla Pura Gioia che il volto dell’inviato irradia verso noi telespettatori. E attenzione, non parlo solo del Campione Interplanetario di Superlativo Assoluto, al secolo Vincenzo Mollica. No, guardate Anna Praderio, o Teresa Marchesi. Il sorriso che adorna il loro bel faccino non è di circostanza, e non è nemmeno il frutto della fascinazione che un comune mortale subisce trovandosi di fronte alle celebrità di Hollywood o di Cinecittà (1): è l’espressione della Contentezza, della Felicità, della Pienezza Raggiunta e Realizzata. E’ qualcosa che invidio, sul serio: quando sento dire che la felicità non è di questa terra, penso a me stesso e mi dico che è vero; forse Mollica, Praderio e Marchesi sono degli alieni, chissà.
(1) Devo peraltro ammettere di non poter portare testimonianze personali in merito a questa fascinazione, dato che sulla mia agenda dei Grandi Incontri posso annoverare solo Bruno Lauzi, Carmen Russo, Antonella Clerici e Ilaria D’Amico – negli ultimi tre casi, più che affascinato ero ampiamente distratto, credo di non dover spiegare il perchè.