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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

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    18/02/2008

    Greetings from Leeds ’08 – 2. La scalinata

    Filed under: — JE6 @ 23:42

    Quando scendiamo dalla macchina, il termometro segna 0.5, e la strada inizia a coprirsi di una patina biancastra che non fa presagire nulla di buono. Ci incamminiamo verso il ristorante, quando sentiamo le risate di un gruppo di ragazze dall’altra parte della strada. Sono sei o sette, tutte vestite leggerissime, minigonne, tacchi a spillo, magliette scollate: una fotografa, e le altre sono in posa sulla scalinata di un locale thailandese. Dopo un paio di flash scendono gli scalini e sciamano in gruppo lungo il marciapiede, senza soffrire – almeno apparentemente – il freddo della sera, con il passo da guardie della regina e il seno aggressivo da ventenni decise a divertirsi. Noi ci infiliamo in un portone, loro proseguono – e non è difficile immaginare chi avrà “more fun” questa sera.

    Greetings from Leeds ’08 – 1. Luoghi comuni

    Filed under: — JE6 @ 23:31

    La forza dei luoghi comuni è quasi invincibile: l’Inghilterra deve essere verde e piovosa, e fredda. Così, sorvolarla tutta dalla Manica al West Yorkshire incontrando giusto una manciata di nuvole è addirittura straniante; e là sotto di verde se ne vede tutto sommato abbastanza poco, meno di quanto ci si aspettava e si ricordava – e intervallato dal bianco dei pennacchi di fumo di cinque o sei centrali elettriche, chissà se nucleari o cos’altro.
    Si atterra in aperta campagna, la stessa che si attraversa – lungo stradine dove due macchine devono rallentare e prendere la mira per non rischiare un frontale rovinoso – per arrivare in città. Che quella sì, è come la si ricordava: un mix di vecchi mattoni rossi e nuove vetrate a specchio, villette a un piano e grattacieli, piccoli giardini e gru. Julie è appena tornata dall’Australia e su due settimane ha avuto pioggia per quasi una, e Sarah dice che quest’anno hanno avuto giusto un paio di giorni di neve. Però, appunto, la forza dei luoghi comuni è quella che si diceva, e mi fermo per un paio di minuti davanti alle grandi vetrate dell’ufficio nel quale mi trovo, quelle che danno verso il centro della città, a guardare il riflesso rosso del sole nelle finestre del palazzo di fronte, e a stupirmene.