In attesa
[Post dedicato ai tenutari di blog di lunga data]
Qualche tempo fa, scrivendo un post per la serie “Vita da blogger“ che poi Splinder ha raccolto in un libretto, mi capitò di definire il blog come un Viagra dell’attenzione: qualcosa che mi serve a guardare meglio le cose che capitano – a me, ma non solo. A cercare di leggere tra le righe, di capire se le storie fanno una storia.
Ora, non so se capita anche a voi: provare la sensazione di non avere proprio nulla da dire, intendo. Come se “là fuori” non ci fosse nulla di realmente interessante, come se la grandissima parte delle cose che leggete, guardate, sentite fossero banali, poco rilevanti, quando non fastidiose.
A me sta succedendo da un po’. Capita, appunto, niente di straordinario. E il blog va di conseguenza, ovviamente. Si scrive “di mestiere”, spesso di sciocchezze irrilevanti, per mantenere l’allenamento, l’abitudine; come un’aspirina, o una pastiglia di vitamine: per rimettersi in sesto, in attesa che cambino gli umori – e che magari cambi anche qualche cosa là fuori.
Vita da blogger